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Lo scontro tra Tsitsipas e la madre che ha imbarazzato il Foro. Storia di un rapporto complicato

Nella semifinale degli Internazionali tra Stefanos Tsitsipas e Daniil Medvedev abbiamo avuto una ulteriore conferma del complicato rapporto tra il greco e i suoi genitori. Il protagonista in questo caso non è stato l’ingombrante papà Apostolos, allenatore, che spesso irrompe con i suoi atteggiamenti rumorosi durante i match di Stefanos. A mettersi in mostra nel centrale del Foro italico è stata la mamma Julia Salnikova.

A inizio del secondo set, l’ex tennista russa si è alzata dal suo box per andarsi a sedere in un altro posto negli spalti del centrale. Il tutto dopo che il fuoriclasse greco, sotto di un set, avrebbe chiesto a suo padre di fare in modo che sua madre abbandonasse lo stadio. Il giornalista e commentatore Nick Lester ha sottolineato poi che “Tsitsipas in realtà stava dicendo a sua madre di non parlare in russo, in modo che Medvedev ovviamente non lo sentisse”.

Lo sketch tra i due, abbastanza imbarazzante, è andato in scena nel cambio campo tra primo e secondo set, quando la mamma Julia si è alzata per avvicinarsi il più possibile al figlio, provando ad aiutarlo con le parole.

I precedenti tra Tsitsipas e la mamma Julia

A dire il vero non si tratta della prima volta che la mamma di Stefanos si rende protagonista. Il primo episodio rilevante che ricordiamo avvenne a inizio 2020, durante l’Atp Cup a Brisbane. Tsitsipas, tornando in panchina dopo avere perso il primo set, rompe la sua racchetta e inavvertitamente colpisce papà Apostolos, che era sul campo in quanto capitano della Grecia, ferendolo al braccio. Dagli spalti scende immediatamente la mamma per sgridarlo davanti a tutti, come se avesse sei anni.

Poi, altro episodio “simpatico”, per non definirlo ridicolo e fuori luogo oltre che imbarazzante, è avvenuto durante una conferenza stampa a Dubai, sempre nello stesso 2020. Il greco nella settimana precedente aveva confessato l’eccessiva presenza dei genitori, che “a volte penso siano un po’ troppo coinvolti nella mia carriera e per questo cerco di non ascoltare sempre ciò che dicono”. In pratica: mi stanno troppo addosso. Reazione della mamma? Irrompe in sala stampa nella prima conferenza disponibile, la settimana dopo a Dubai, per chiarire pubblicamente la questione col figlio…

Riportiamo di seguito il testo del siparietto, che da una parte è imbarazzante (che senso ha chiarire in pubblico in questo modo, solo per protagonismo?), ma allo stesso tempo risulta informativo, visto che i due parlano dei tennisti di successo che sono stati allenati da genitori.

Julia: “Sono venuta alla tua conferenza stampa per capire come ti senti e sentire quello che hai da dire. Mi chiedo se tu sappia quanti sono i grandi tennisti che sono stati seguiti dai loro genitori».

Stefanos: (rivolgendosi alla platea di giornalisti) «Ha letto le mie dichiarazioni e per questo è qua, giusto?”

Julia: “È che non passiamo poi così tanto tempo assieme. Questa è un’opportunità per vederti. Mi chiedo se tu sappia quanti sono i grandi tennisti che sono stati aiutati e seguiti dai loro genitori”.

Stefanos: “Tu non sei una giornalista mi pare. Comunque sono per la maggior parte donne. Ora non ce ne sono molti. A parte Zverev”.

Julia: “Sai che Marat Safin era allenato da sua mamma?”

Stefanos: “Davvero? Non lo sapevo”.

Julia: “Anche Rublev è stato a lungo allenato dalla mamma”.

Stefanos: “Ma non più”.

Julia: “Sì ma è sempre lì a seguirlo”.

Stefanos: “Ah già”.

Julia: “Hingis, Graff, Capriati, Sanchez-Vicario. Tutte grandi giocatrici e tutte seguite dai loro genitori”.

Stefanos: “Tutte donne. Dimmi il nome di qualche uomo. Qualcuno che abbia vinto titoli Slam, che sia stato nei primi cinque”.

Julia: “Tu puoi essere il primo”.

Stefanos: “Ah bene”.

L’influenza dei genitori sul suo ranking – SONDAGGIO

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I modelli di genitore nel rapporto con i figli atleti

Il tema è complesso e riguarda l’annoso rapporto genitore-atleta, che in uno sport individuale come il tennis può anche esplodere in dinamiche non sempre positive. “Se calpestassi le palle da tennis, mio padre ululerebbe come se avessi schiacciato le sue”, scriveva il grande Agassi nel suo libro autobiografico, “Open”, in cui il campione americano ammetteva che avrebbe voluto giocare a un altro sport. Invece no. Doveva giocare a tennis perché così aveva deciso il padre.

Un interessante focus sul tema lo ha messo nero su bianco Matt Dektas, su Professional Tennis Registry, qualche anno fa. Matt insegna “tennis giovanile” da oltre 20 anni, ha allenato centinaia di giocatori di college ed è autore di “The Perfect Tennis Parent”, un manuale per genitori di giovani agonisti. In un articolo del 2019, che potete trovare tradotto su Supertennis, Matt prova a elencare i tipi di genitori in 5 modelli differenti, da quello che “sa tutto lui” a quello “allenatore”, passando per il genitore che “odia tutto e tutti”.

Insomma, dal rapporto rilassato di casa Federer o Isner, a genitori molto coinvolti come quelli di Michael Chang, a quelli eccentrici come Richard Williams, fino al controverso Yuri Sharapov – esiste una molteplice varietà di modi per educare un campione di tennis.

In conclusione, banalmente ci domandiamo: che best ranking avrebbe raggiunto Stefanos Tsitsipas se i suoi genitori gli avessero concesso un pochino di spazio in più? A voi la risposta.

Stefano Minnucci

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