L’ex numero uno al mondo del circuito Wta, Simona Halep, è stata accusata di una violazione aggiuntiva alle regole antidoping, come affermato venerdì dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA). Confermate altre sostanze dopanti nel suo sangue.
L’incubo senza fine
Halep, una delle protagoniste più importanti degli ultimi 15 anni di circuito femminile, è stata sospesa provvisoriamente dallo scorso ottobre per essere risultata positiva alla sostanza dopante roxadustat durante lo US Open nell’agosto dello scorso anno.
Venerdì, l’ITIA ha annunciato che la vincitrice di due prove del grande slam è stata ulteriormente accusata per irregolarità nel suo Athlete Biological Passport (ABP). Il programma ABP è un metodo mediante il quale le organizzazioni antidoping monitorano nel tempo vari parametri ematici al fine di individuare potenziali violazioni del doping.
È stato precisato che “L’accusa è separata e aggiuntiva alla positività al roxadustat dell’agosto 2022 che ha sancito la sospensione provvisoria originale di Halep”.
Nicole Sapstead, Senior Director per l’antidoping presso ITIA, ha preso parola sulla faccenda.
“Siamo consapevoli che l’annuncio di oggi aggiunge complessità a una situazione già di grande rilievo.
Sarebbe inappropriato per noi commentare i dettagli prima della conclusione del processo. In ogni caso continueremo a collaborare con il tribunale indipendente Sport Resolutions e i rappresentanti di Halep nel modo più rapido possibile”.
Halep, che si è sempre dichiarata estranea ai fatti e di non aver mai assunto sostanze dopanti, sarà ascoltata il prossimo 28 maggio per chiarire definitivamente la propria posizione. Ad oggi, nonostante la squalifica, è ancora parte del ranking Wta e si trova alla posizione numero 30 del mondo.
“Non ho mai intenzionalmente assunto sostanze vietate. Sono una grande sostenitrice dello sport pulito e sono sempre stata contro il doping. Non ho assolutamente idea di come questa sostanza fosse finita nel mio corpo”.
I commenti sono chiusi.