Sfatiamo un altro falso mito riguardante il tennis: quello secondo il quale il nostro sport rappresenterebbe un’insidia per il cuore, specialmente per chi non è più un giovanotto. Niente di più sbagliato. Al contrario, la racchetta aiuta il cuore e le arterie e tenersi “in forma”, anche per gli over 65. Lo dimostrano i dati di un’indagine promossa dalla Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGE) e dalla Onlus Salute e Società.
Lo studio empirico è stato condotto su 145 iscritti al Circolo Tennis Roma della Capitale e 185 abitanti di Fumone, un paese della Ciociaria che non praticano tennis. Tutti i soggetti interessati erano over 65, con età media di 74,5 anni. Tutti sono stati sottoposti a visita cardiologica, elettrocardiogramma ed ecocardiogramma per verificare la prevalenza dei principali fattori di rischio vascolare e delle principali malattie cardiovascolari in età più avanzata.
“I dati raccolti mostrano che i tennisti hanno un indice di massa corporeo inferiore e soprattutto una bassa incidenza di ipertensione e diabete rispetto a coetanei che non praticano tennis – spiega Alessandro Boccanelli, autore dell’indagine e presidente SICGE -. Chi gioca a tennis con regolarità ha una prevalenza di pressione alta del 63% contro l’80% e una frequenza di diabete del 10% anziché del 21% rispetto alla popolazione di pari età più sedentaria”.
Tra gli amanti del tennis, si legge nei risultati della ricerca, “sono risultati meno diffusi anche problemi come l’ipertrofia ventricolare sinistra (21% contro 52%), l’ictus (1 contro 4%), il rigurgito aortico (4 contro 8%) o la stenosi della valvola aortica (nessun caso contro il 9% in coetanei più sedentari). Questi dati testimoniano che l’attività fisica regolare previene i problemi cardiovascolari, anche quando si tratta di tennis“.
Dal cardiologo, alcuni consigli per i tennisti over-65: giocare a giorni alterni per non più di un’ora in singolo e di un’ora e mezza in doppio; associare attività aerobica in altri giorni, ad esempio tapis roulant per 20-30 minuti a circa 5 km/h; per chi ha avuto un infarto o la fibrillazione atriale è necessario rivolgersi prima al cardiologo che valuterà l’idoneità secondo il tipo di cardiopatia. E’ invece “vietato – conclude Boccanelli – giocare a tennis a chi soffre di scompenso cardiaco”.
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