Novak Djokovic, nel corso degli anni, si è sempre dimostrato molto disponibile con le popolazioni balcaniche ed ha aiutato i giovani atleti a spiccare il volo nel proprio sport. Oggi vogliamo parlarvi di Hamad Medjedovic e di come Nole ha cambiato la sua vita.
Djokovic e gli aiuti per i popoli balcanici
Come spesso ricordato durante varie interviste, non è stato semplice per Djokovic diventare un tennista professionista. Durante la sua infanzia in Serbia c’era la guerra e le opportunità per una famiglia non agiata come la sua erano poche. Con questo spirito, negli anni, Nole ha voluto dare una speranza anche ai ragazzi talentuosi che non possono permettersi la vita nei circuiti tennistici, aiutandoli con le spese e con gli allenamenti. Il tutto parte dalla famosissima Novak Djokovic Tennis Academy e si espande in giro per l’Europa e il mondo.
In una recente intervista con il portale Sportal, Eldin Medjedovic, papà di Hamad, ha voluto raccontare il trattamento ricevuto dal figlio dal suo mentore Novak e gli aiuti dati dal serbo senza chiedere nulla in cambio.
“Mi ricordo la seconda conversazione avuta con Novak, stavamo parlando di alcuni step che avrebbe fatto Hamad nella sua carriera. Mi presentava le sue idee, cosa fare con il suo gioco e mi ricordo di avergli detto: ‘Nole, mi dispiace, ma le cose di cui mi parli costano un sacco di soldi’. Lui ha continuato a parlarmi di coach, di cosa avremmo fatto e di come. Poi finì dicendo: ‘L’unica cosa che deve fare Hamad è lavorare duro, mi prenderò cura del resto’. Ho continuato a dirgli: ‘Costa molto’.
A quel punto Novak mi ha risposto: ‘Edo, non lo faccio per i soldi. Guadagno i miei soldi in un’altra maniera. Il mio ruolo adesso è quello di aiutarvi. Che uomo sarei se non aiutassi i ragazzi che se lo meritano, che amano il tennis e che potrebbero raggiungere grandi risultati?’. Io ero rimasto zitto e poi lui ha aggiunto: ‘Sai cosa faremo? Un giorno, quando Hamad sarà più grande, potrete prendere altri ragazzi sotto la vostra ala e fare la stessa cosa che ho fatto io per lui’.
Da quel momento in poi non abbiamo più speso un centesimo e, come sapete, la vita del tennista costa molti soldi. Immaginate il giocatore più forte del mondo che, prima della stagione, chiama mio figlio per andarsi ad allenare con lui: è come se Messi o Ronaldo ti vengano a chiedere di giocare con loro. Queste cose non accadono spesso al giorno d’oggi, ma grazie a Dio ci sono ancora persone che lo fanno con grande umanità e non pensano solo al denaro”.
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