Intervistato dalla rivista online Punto de Break, il coach di Jannik Sinner, Simone Vagnozzi, ha parlato del futuro del suo assistito. Il trentanovenne ha raccontato di come, al momento, il suo focus e quello di Darren Cahill sia sui miglioramenti piuttosto che su una vittoria slam sporadica e improvvisa.
I miglioramenti di Jannik
Sinner, inutile nasconderselo, è diventato uno dei giocatori migliori, più completi e continui di tutto il tour. A dimostrazione di tale miglioramento, basta guardare la classifica della Race to Turin: al primo posto troviamo un alieno come Daniil Medvedev (quattro titoli in quattro mesi), al secondo il campione dell’Australian Open Novak Djokovic e al terzo proprio l’azzurro.
I progressi si sono tramutati nella vittoria del titolo all’Atp250 di Montpellier (settimo sigillo in carriera) e nei grandissimi risultati ottenuti ai tre masters1000 giocati finora (semifinale a Indian Wells e Montecarlo e finale a Miami), oltre alla finale all’Atp500 di Rotterdam.
Sinner è anche stato il più giovane tennista a raggiungere i quarti di finale a tutti i tornei dello slam (ultimo a riuscirci così giovane, Nole nel 2008). Non è, però, mai riuscito (finora) ad arrivare in semifinale (ha avuto match point contro Carlos Alcaraz nell’ultima edizione dello US Open) o addirittura ad alzare al cielo la coppa.
Le parole di Vagnozzi
Il coach Vagnozzi, in una recente intervista, ha voluto proprio sottolineare questo aspetto: non c’è fretta di vincere un major. Per ora l’obiettivo è riuscire a migliorarsi giorno per giorno.
“Ad oggi è difficile poter dire quanti o quando vincerà il primo slam un singolo giocatore. Nessun può saperlo. Jannik ha talento, lavora seriamente e vuole vincere slam e diventare numero 1 del mondo. Anche in questo caso, però, nessuno sa quando e se vincerà un major.
Di certo ha il potenziale per farlo, ma penso che nemmeno Federer pensava di poter vincere 20 slam quando ancora non ne aveva vinto nessuno. Stesso discorso per Nadal e Djokovic: non credo che sapessero che ne avrebbero vinti 22. Sta tutto nell’esperienza: vinci il primo e poi vedi come va nel futuro.
Ti faccio un esempio. Quando Zverev aveva vinto il primo masters1000 tutti pensavano che avrebbe poi avuto successo in tutte le prove dello slam. Per questo penso che sia impossibile fare previsioni.
In questo momento, noi dello staff non pensiamo a vincere sempre di più. Puntiamo ai miglioramenti giorno per giorno che poi portano ai successi nei tornei più importanti del tour”.
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