Reduce da un 2022 sulle montagne russe, Jannik Sinner sta finalmente riuscendo ad esprimere tutto il suo potenziale in questo inizio di 2023. Negli ultimi quattro tornei, ha raggiunto una semifinale e tre finali, la più recente al Masters 1000 di Miami, dove si è arreso in due set a Daniil Medvedev. In precedenza – vale la pena ricordarlo – aveva sconfitto Carlos Alcaraz sfoderando una delle sue migliori prestazioni in carriera.
Ma cosa manca al 21enne azzurro per fare quell’ultimo passettino che lo divide dall’olimpo del tennis? La Gazzetta dello Sport ha chiesto un parere a quattro celebri esponenti del movimento nostrano. Stiamo parlando di Capitan Pippo Volandri, Diego Nargiso, Paolo Lorenzi e Paolo Cané. Vi proponiamo un estratto delle loro considerazioni.
Volandri, Nargiso, Lorenzi e Cané su Sinner
Volandri
“Dal punto di vista fisico, considerando da dove era partito rispetto alla maggioranza degli avversari, Jannik ha fatto progressi enormi”, esordisce Volandri ai microfoni della Rosea. Poi aggiunge: “Io vedo il bicchiere mezzo pieno, anzi quasi del tutto pieno, come dimostrano i risultati di questo inizio di stagione. E il lavoro con Vagnozzi e Cahill è iniziato appena da un anno, e un cambiamento così deciso richiede tempo per essere metabolizzato. Perciò, alla fine, il punto riguarda sempre la qualità delle partite che si giocano: a Jannik, che ha solo 21 anni, mancano soltanto un po’ di match ad altissimo livello”. Il Capitano di Davis è sicuro: “La semifinale di Indian Wells e la finale di Miami lo aiuteranno molto, nel prossimo futuro, a gestire tutti i dettagli tecnici ed emozionali di sfide così intense, che magari adesso lo perturbano ancora un po’”.
Nargiso
“Quello di Sinner non è un problema fisico: ha messo massa muscolare e la sua palla è decisamente più pesante. Ma un grande torneo è fatto di tante cose insieme: Jannik arrivava da una settimana faticosa a Indian Wells, a Miami ha trovato condizioni estreme e poi ha giocato una partita dispendiosissima con Alcaraz, pagandola un po’ in finale”, afferma Nargiso. Che dunque spiega: “Deve imparare a gestire le energie fisiche e nervose, è una dote su cui si può lavorare ma che si acquisisce giocando tante partite di alto livello. Perciò, in vista dei match tre su cinque, deve cominciare a pensare che non si può sempre spingere a tutta, che nei primi turni il campione si preserva scegliendo i momenti giusti per accelerare. Ottenere punti facili dal servizio e accorciare gli scambi con la smorzata o le discese a rete potrà senz’altro aiutarlo”.
Lorenzi
“Mi ha impressionato per la rapidità di piedi, la pesantezza di palla e la capacità di non perdere mai campo: fisicamente si sta strutturando alla grande. Ma certamente una partita come quella contro Alcaraz ti prosciuga e a 21 anni recuperare anche mentalmente da sfide del genere è più complesso”, dice Lorenzi. L’ex tennista toscano ci tiene poi a sottolineare: “C’è anche da dire che Medvedev era l’avversario peggiore, perché ti fa sempre giocare tre colpi in più, per cui per stargli alla pari devi essere atleticamente al top”. Infine si lancia in una previsione: “Non sono preoccupato per le partite tre su cinque, Jannik ha una capacità di apprendimento fenomenale e questi match gli saranno serviti per immagazzinare input fondamentali. Faccio una previsione: sull’erba, per le caratteristiche del suo gioco, sarà uno degli uomini da battere”.
Cané
“A Miami ha giocato benissimo nonostante il caldo: l’ho visto cambiato, più maturo. Ora arriva a ogni torneo a giocarsi le partite con i migliori e così si abitua: fino all’anno scorso accadeva ogni tanto, ora settimanalmente ha la possibilità di confrontarsi con questi campioni”, afferma Cané. “E così impara le strategie per affrontarli e gestire il momento. Solo che alla sfida con Medvedev è arrivato stremato dalla vittoria con Alcaraz e con un avversario del genere devi possedere una forza fisica e mentale che al momento Sinner non ha”, aggiunge. Secondo l’emiliano, tuttavia, Jannik la otterrà “già dalla stagione sulla terra” se riuscirà a preservare la sua salute.
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