Miami, Sinner dà appuntamento a Medvedev sulla terra. E il russo se la ride

Jannik Sinner, per la seconda volta in carriera, si è dovuto accontentare del secondo posto al masters1000 di Miami. Il Daniil Medvedev visto ieri nella serata italiana si dimostra la bestia nera per l’altoatesino, ma sulla terra rossa europea potrebbe cambiare tutto.

Le parole di Jannik

Sinner è stato sicuramente il protagonista (insieme al suo rivale Medvedev) delle due settimane in Florida. È riuscito, ancora una volta, a raggiungere la finale, battendo giocatori del calibro di Andrey Rublev e Carlos Alcaraz (in una semifinale che rimarrà per molto tempo negli occhi degli appassionati).

Grazie a questo risultato, l’azzurro è diventato oggi, per la prima volta in carriera, numero 8 del mondo. Si sta avvicinando un passo alla volta ai giocatori di vertice, ma manca ancora qualcosa per batterli. Medvedev ne è l’esempio lampante: sei partite in carriera e sei sconfitte. L’occasione per il primo sgambetto, però, potrebbe arrivare già sulla terra rossa, superficie che storicamente mal si adatta al gioco del russo. Lo stesso Jannik, nell’intervista post-partita, ha voluto scherzare su questo, oltre che analizzare la partita appena persa.

Oggi non è stata la mia giornata. Per me è stato un mese positivo, ma ovviamente sono deluso dal risultato in finale. Non mi sono svegliato benissimo, sentivo un po’ di dolore, ma sono comunque sceso in campo ed ho provato a sfruttare questa opportunità.

Non voglio sminuire Daniil, lui ha servito alla grande ed è stato molto offensivo. Parliamo di uno dei migliori al mondo e per me ora è l’ora di pensare solo alla terra battuta. Gli auguro il meglio anche lì, ma spero che arriverà il momento per me di batterlo.

Problemi fisici? Non proprio, ma con il caldo e ritmi così alti sta peggiorando. Quando c’erano scambi più lunghi soffrivo molto, sono sceso in campo con la convinzione di vincere, poi ho avuto questo problema. Quando ti svegli così non ci sono molte cose da fare, Medvedev resta comunque uno degli avversari più duri per me e i precedenti lo testimoniano. Vedremo adesso la prossima volta.

Rispetto al match contro Alcaraz, oggi è stata totalmente diversa, ma la cosa positiva è che tra Indian Wells e Miami ho fatto importanti progressi. Mi sento meglio in campo e questa è la cosa importante.

Ora inizia il tour sulla terra battuta e non vedo l’ora. Non è semplice, soprattutto all’inizio dovremmo cambiare tutto e non c’è molto tempo, ma sono curioso. Superficie migliore? Sulla terra negli ultimi anni ho giocato bene, ma cemento e soprattutto cemento indoor sono le mie superfici preferite, dove sono cresciuto.

Ci vuole tempo e all’inizio è dura perché non hai tempo per adattarti”.

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