Dopo i segnali arrivati al Wta1000 di Indian Wells, a Miami è arrivata la conferma: Petra Kvitova è una regina senza tempo del tennis femminile. La ceca si impone in Florida contro Elena Rybakina per 76 (14) 62 e alza al cielo il trentesimo titolo in 41 finali.
L’emozione della vittoria
In un tennis femminile che fatica sempre di più a trovare continuità abbiamo in lei un bellissimo caso isolato. La Kvitova, infatti, è sempre lì (ovviamente con i suoi alti e bassi) a disegnare traiettorie con la sua infinita classe. Un misto di potenza e raffinatezza che, purtroppo, un fisico non sempre perfetto (in carriera ha sofferto diversi gravi infortuni) non ha permesso di arrivare fino alla vetta del mondo.
A 33 anni, però, Petra si è tolta una delle più grandi soddisfazioni da quando è nel circuito. Certo, i due titoli a Wimbledon di una decina di anni fa nel momento migliore della propria carriera non si possono scordare, ma a Miami la ceca ha fatto un piccolo miracolo. Partire, nonostante le buone impressioni raccolte a Indian Wells, completamente da underdog e riuscire a vincere contro una (se non la) delle migliori giocatrici del momento (che ha quasi dieci anni in meno) non è una cosa scontata.
L’ha fatto dopo aver sconfitto Linda Noskova, Donna Vekic, Varvara Gracheva, Ekaterina Alexandrova e Sorana Cirstea, in un primo set in cui ha annullato ben quattro set point in un tie break irreale da trenta punti.
“Penso di aver giocato molto bene anche a Indian Wells. Sono arrivata qui e ho cercato di concentrarmi già dal primo giorno. Ho affrontato partite dure con avversarie temibili, Elena è solo l’ultima di queste.
Credo che i campi mi abbiano aiutato molto: sono riuscita a servire più veloce con le palline più veloci del circuito. Il mio gioco ne ha beneficiato”.
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