Djokovic: “Sono quasi al top. Il mio principale rivale? Non è Alcaraz”

Fresco del nuovo record di 377 settimane da numero uno al mondo (a pari merito con Steffi Graf), Novak Djokovic ha tenuto oggi una conferenza stampa in cui ha parlato di tanti argomenti. Per quanto riguarda i prossimi impegni, Nole ha confermato la sua presenza all’Atp 500 di Dubai ma non quella ai Masters 1000 di Indian Wells e Miami (è ancora in attesa di sapere se potrà entrare negli Stati Uniti da non vaccinato).

Djokovic: “Domani vado a Dubai. Su Indian Wells e Miami…”

novak djokovic
Foto Twitter Australian Open

Prima dell’incontro con i giornalisti, Djokovic si è allenato sul cemento di Belgrado dinanzi a decine di appassionati. Ecco le immagini.

L’allenamento

Djokovic in conferenza

Venendo alla conferenza: reduce dall’infortunio subito durante l’Australian Open, Djokovic ha dichiarato di sentirsi quasi al 100% e ha confermato la sua presenza all’Atp 500 di Dubai in scena la prossima settimana: “Domani vado a Dubai. Sono guarito e mi sto avvicinando al mio livello migliore. Farò di tutto per arrivare fino in fondo, le ambizioni sono sempre le migliori in ogni torneo”.

Per quanto riguarda i Masters 1000 di Indian Wells e Miami, il serbo, non vaccinato contro il Covid-19, è in attesa di capire se le autorità statunitensi gli consentiranno di entrare nel Paese. “Non so ancora se sarò idoneo a giocare negli Stati Uniti”, ha ammesso. Po ha aggiunto: “Dipende dalla situazione in America. Ho fatto richiesta per una special exempt, adesso non dipende da me. Mi piacerebbe giocare e sono contento di aver ricevuto l’approvazione per Miami e Indian Wells. Ora spero che i responsabili delle decisioni diano l’approvazione”.

Altri argomenti

Sul record di 377 settimane in vetta al ranking Atp: “Sono molto orgoglioso di essere il numero uno. Il supporto della mia squadra è enorme e fondamentale per me, in tutto ciò che faccio nella vita, in particolare nel tennis. Steffi Graf è una delle più grandi leggende del tennis, sono lusingato di poter battere il suo record. Il mio sogno da bambino era vincere Wimbledon e diventare n°1 del mondo. Quando ci sono riuscito nel 2011 ho dovuto rivedere i miei obiettivi”.

Su cosa succederebbe se non riuscisse a giocare in America: “I recenti risultati in Australia dimostrano che questo tipo di situazioni non hanno alcuna conseguenza sulle mie prestazioni”.

Sul numero di Slam per attestarsi come il G.O.A.T: “Quel numero non esiste. Non mi pongo alcun limite di titoli Slam o riguardo quanti anni mi restano nel tennis”.

Su Alcaraz: “È incredibile che sia stato in grado di trovare subito il livello più alto. Sta mostrando maturità, dentro e fuori dal campo, per come ha gestito gli infortuni ultimamente. Merita il suo successo. Porta nuova energia al tennis. Non posso definirlo il mio principale rivale. Il mio principale rivale è ancora Nadal. Alcaraz è la prossima cosa più importante”.

Sullo US Open: “È uno degli eventi più importanti dell’anno, ovviamente spero di poter essere lì. New York mi dedica sempre una bella accoglienza. Durante la finale con Medvedev ho provato qualcosa che non mi era mai successo prima. Spero di poter tornare per rivivere quella connessione con il pubblico”.

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