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La favola di Ybing Wu, dalla piazza numero 1869 al trionfo di Dallas

Un calvario durato diversi anni, contrassegnato da infortuni e sofferenze che lo hanno relegato negli anfratti del tennis mondiale. A marzo 2022 Ybing Wu era il numero 1869 della classifica Atp. Oggi si gode un trionfo storico, un trionfo che ha il sapore della rinascita.

Ybing Wu fa la storia (sua e della Cina) a Dallas!

Foto Twitter Atp Tour

Il primo sigillo di Wu tra i grandi è arrivato ieri, sul cemento indoor dell’Atp 250 di Dallas, torneo che ha registrato una massiccia partecipazione di giocatori Stelle e Strisce. Ed è proprio con uno statunitense che il ventitreenne Hangzhou si è conteso il titolo nell’ultimo atto, vale a dire il sempreverde bombardiere John Isner.

La gara si è rivelata un saliscendi di emozioni, in cui Wu ha dovuto annullare ben 4 Championship Point all’ex numero otto al mondo, autore nel complesso di 44 ace e 60 vincenti. Difendendosi con le unghie e con i denti ed attaccando con grande intelligenza tattica, alla fine, Wu si è laureato campione per 6(4)-7, 7-6(3), 7-6(12) in tre ore e due minuti di gioco. Da oggi rappresenta la 58esima forza del ranking Atp (39 posizioni guadagnate).

Prima di Isner, l’ottimo Ybing aveva superato l’ostacolo Michael Mmoh all’esordio. Poi aveva estromesso Denis Shapovalov agli ottavi, Adrian Mannarino ai quarti e Taylor Fritz in semifinale. Una vera favola, un trionfo storico, per lui ma anche per la Cina, che mai aveva visto un proprio rappresentate alzare al cielo un trofeo del circuito maggiore.

Ma qual è il percorso di Wu nel mondo del tennis?

Nato ad Hangzhou il 14 ottobre 1999, Wu ha cominciato a mettersi in evidenza nel giugno 2014 vincendo consecutivamente due tornei cinesi di Grade 5. Un altro risultato importante l’ha poi ottenuto nel dicembre 2016, quando si è spinto in finale al prestigioso Orange Bowl (sconfitto da un certo Miomir Kecmanovic). Il mese successivo ha raggiunto le semifinali in singolare e in doppio agli Australian Open Juniores. Mentre a settembre ha trionfato agli US Open Juniores sia in singolare (vittoria sull’argentino Axel Geller) che in doppio (in coppia con il taiwanese Hsu Yu-hsiou), attestandosi come numero uno della classifica singolare Juniores.

Nel frattempo Wu aveva già fatto il proprio esordio tra i professionisti nel 2015, cimentandosi in svariati tornei ITF e Challenger. A proposito di Challenger, il suo primo titolo in cadetteria è arrivato qualche giorno dopo l’affermazione allo US Open Juniores. Precisamente, il 17 settembre 2017, battendo sul cemento di Shanghai Yen-Hsun Lu.

A fine mese, grazie ad una Wild Card, Wu ha debuttato nel circuito maggiore al Chengdu Open (sconfitto al primo turno) e partecipato al successivo Shanghai Masters. A novembre si è trovato alla piazza numero 301 del ranking Atp. Poi il buio, o quasi.

Il buio

Wu ha cominciato il 2018 con un infortunio che lo ha costretto a prendersi diverse pause per recuperare dal punto di vista mentale oltre che fisico. Pause che lo hanno tenuto lontano dalle competizioni per un totale di quattro mesi.

Quindi ha ripreso a giocare con continuità a partire da luglio, prendendosi anche belle soddisfazioni come la medaglia d’argento ai XVIII Giochi asiatici (primo tennista uomo cinese a entrare in finale dopo 24 anni), il best ranking alla 299 e la prima vittoria in carriera nel circuito Atp (allo Shanghai Masters). Tutto lasciava presagire che la sua ascesa fosse ripartita a gonfie vele.

Nel 2019, tuttavia, è incappato in una serie di infortuni che lo hanno tenuto lontano dal campo per l’intera stagione. Il più duro l’ha costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico per rimuovere un’escrescenza ossea al gomito. In seguito, l’avvento della Pandemia l’ha spinto a trasferirsi dagli Stati Uniti al suo Paese d’origine. Di Wu, praticamente, si sono perse le tracce.

Lo sfortunato rientro dopo 3 anni

A fine gennaio 2022, Wu ha fatto la sua prima apparizione internazionale dopo circa tre anni, in un torneo ITF messicano. Ma il rientro non si è rivelato dei più fortunati, tutt’altro. Già perché il cinese ha rimediato una grava distorsione durante il match del secondo turno.

Nonostante le misure adottate dall’Atp per far fronte al Covid-19, a marzo si è ritrovato alla posizione numero 1869 del ranking.

La rinascita

Ma proprio quando la sua carriera sembrava destinata al declino, Wu si è reso protagonista di un grande colpo di reni. Il cinese è tornato in campo ad aprile, conquistando il suo primo titolo ITF (Orange Park) dopo quattro anni e mezzo di digiuno. Quindi ha raggiunto, a maggio, i quarti del Challenger di Zagabria e, a giugno, la finale del Challenger di Orlando, dove si è laureato campione per il ritiro dell’avversario (Jason Kubler) durante il terzo set.

A luglio ha poi vinto altri due tornei Challenger consecutivi negli Stati Uniti (Rome e Indianapolis) domando in finale Ben Shelton e Aleksandar Kovacevic. Tali risultati gli sono valsi la 174esima posizione della classifica mondiale. Ma è solo l’inizio del suo exploit. Perché ad agosto Wu è stato in grado di diventare il primo giocatore cinese a superare le qualificazioni dello US Open (in contemporanea a Zhang Zhizhen), nonché il primo giocatore cinese a vincere un incontro (contro Basilashvili) nel tabellone principale di uno Slam nell’era Open.

La sua rinascita è proseguita a gonfie vele in questa primissima fase di 2023, che ha inaugurato con la partecipazione all’Atp 250 di Adelaide (dove ha battuto Ugo Humbert prima di arrendersi al terzo set ad Alexei Popyrin) e con l’esordio all’Australian Open (sconfitto al quinto set da Corentin Moutet). In seguito, ha centrato la finale al Challenger di Cleveland e il prestigioso trionfo all’Atp 250 di Dallas.

Ad oggi, è difficile fare previsioni su come si evolverà il suo percorso di crescita e su quali risultati riuscirà a centrare nei prossimi mesi. In base alle qualità del ragazzo, non sarebbe un’eresia dire che a fine anno potremmo trovarcelo in top-20. Ma, si sa, nel tennis tutto dipende da infiniti fattori.

Secondo voi, dove può arrivare?

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Giuseppe Canetti

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