Diciannove anni, un best ranking di numero 126 al mondo, tre titoli Challenger ad adornare la sua bacheca. Un futuro tutto da scrivere davanti a sé. Un futuro su cui è incollata la pesantissima etichetta del predestinato.
Luca Nardi è un ragazzo tanto talentuoso quanto educato, umile e disponibile. In campo ma anche fuori, dove affronta con grande serenità le tappe del suo percorso sportivo. Cerca di scacciare la pressione “difendendosi” con una tranquillità sorprendente, considerata la giovane età.
Dopo la bella esperienza all’Atp 250 di Montpellier, adesso l’azzurro è in India, Paese in cui giocherà tre tornei appartenenti al circuito Challenger (Chennai, Bengaluru, Pune). L’obiettivo è quello di accumulare successi e punti per tornare protagonista sui palcoscenici più prestigiosi. Ne ha parlato con noi, non appena terminato il lungo viaggio che l’ha condotto nel continente asiatico. Di seguito l’intervista.
A tu per tu con Luca Nardi
Ciao Luca, come stai?
“Molto bene grazie”.
Sappiamo che sei un tifoso del Napoli. Tra una trasferta intercontinentale e l’altra, ti stai preparando per la festa scudetto degli azzurri?
“No comment. Non voglio gufare il Napoli, assolutamente… evitiamo (ride, ndr)”.
Quando ci sentimmo a fine 2021 dicesti: “Non soffro la pressione. gioco, mi diverto e non penso solo al tennis”. Oggi è ancora così?
“Sì, cerco di non mettermi troppa pressione quando gioco. Perché già ne arriva parecchia da fuori, dalle persone che ti guardano, dagli sponsor e da tutto ciò che è collegato a quest’ambito. Cerco di tenerla fuori dal campo, mentre in campo cerco di mettere in pratica le cose che so fare. Cerco di stare tranquillo e di ignorare tutto il resto. Quindi sì, mi diverto e non penso troppo alle aspettative che ci sono”.
Quanta consapevolezza ti ha dato quella partita giocata alla pari con Tsitsipas all’Atp 500 di Astana?
“Mi ha dato parecchia fiducia. Mi ha fatto capire che posso giocare a un certo livello”.
È stata la tua migliore prestazione finora?
“Sicuramente, giocare alla pari contro un top-5 è fantastico. È stata la mia miglior partita assieme a quella che ho giocato e vinto 7-6 al terzo contro Goffin qualche giorno prima (nelle qualificazioni, ndr)”.
Sotto quale aspetto ti senti più cresciuto nell’ultimo anno?
“Mi sento cresciuto soprattutto sotto l’aspetto disciplinare. Ci sto mettendo tanta professionalità, mi alleno tutti i giorni cercando di mantenere costante il livello di intensità. Credo sia questo il fattore che mi sta portando a raggiungere buoni risultati”.
Invece dove credi di dover migliorare?
“Mi manca un po’ di costanza. Ho dei picchi in cui gioco particolarmente bene, poi magari calo per qualche settimana o per qualche mese. Quindi la cosa su devo lavorare è sicuramente la costanza a tenere un alto livello di gioco”.
Sei apprezzatissimo per come colpisci la palla, con naturalezza, fluidità. Qualcuno ti ha definito “il nuovo Fognini”. Ti ci rivedi in Fabio?
“Ognuno può definirmi come vuole. Io gioco come so giocare. Certo, mi piacerebbe assomigliare a qualcuno di forte. Ma non mi ispiro a nessuno. Faccio, come mi viene, quello che mi hanno insegnato”.
Al momento, qual è la tua programmazione?
“Come sapete, adesso sono in India, faccio tre Challenger qui. Poi penso che tornerò in Italia ad allenarmi prima di giocare sulla terra rossa”.
Chiudiamo dando ancora uno sguardo al futuro. Quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo raggio?
“Sicuramente vorrei fare delle belle partite nella stagione sulla terra rossa, l’anno scorso non è stato tanto un buon periodo per me. Per fine anno, invece, vorrei entrare nei primi 100. L’obiettivo è essere in tabellone all’Australian Open 2024″.
In bocca al lupo, Luca!
A cura di Giuseppe Canetti
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