Fognini: “L’ultimo titolo e mi dedico ai giovani. Rimpianti? Col senno di poi…”

È un Fabio Fognini a tutto campo quello intervenuto ai microfoni de Il Corriere dello Sport. Spaziando tra presente e futuro prossimo, il ligure ha fissato pubblicamente l’obiettivo per il suo l’ultimo scorcio di carriera, rivelando anche ciò che intende fare una volta appesa la racchetta al chiodo. Ma gli argomenti della chiacchierata tra l’azzurro e il noto quotidiano non sono finiti qui. Perché “Fogna” si è inoltre soffermato sul vincitore dell’Australian Open 2023, Novak Djokovic, e sulle nuove leve del tennis mondiale.

Fabio Fognini a tutto campo

Foto Twitter Federtennis

“La risonanza ha evidenziato una frattura intra-articolare della falange. Fino alla scorsa settimana ero col tutore e ho dovuto osservare sette giorni di completo riposo”, afferma Fognini parlando dell’infortunio accusato in Australia. La sua idea sarebbe quella di rientrare al torneo di Buenos Aires, ma ad una condizione: “È un appuntamento a cui tengo molto. In Argentina mi sono sempre sentito amato. Tuttavia non voglio rischiare. Giocherò soltanto se i medici mi daranno il via libera”.

Novak Djokovic ha conquistato per la decima volta il titolo all’Australian Open tornando in vetta al ranking Atp. L’azzurro fatica a trovare le parole giuste per commentare la grandezza del campione serbo: “È difficile trovargli un aggettivo adatto. Lo scorso anno non ha giocato due Slam e quattro Masters 1000, eppure si è qualificato lo stesso alle ATP Finals. Dopo tutto quel che è accaduto lo scorso anno a Melbourne, Nole è tornato e ha lasciato il segno. Lui, Roger e Rafa hanno monopolizzato il circuito e scritto la storia di questo sport”.

Interrogato sul futuro del tennis, invece, Fognini risponde mettendo a paragone due ere diverse: “I Next Gen giocano tutti bene e mi sembra che alcuni di loro stiano già bussando alla porta. Ci sarà una maggiore alternanza e un’egemonia meno radicata dell’ultimo decennio. Quest’era però sarà difficilmente replicabile. Nel fior fiore dei miei anni c’erano anche giocatori del calibro di Nalbandian, Safin, Ferrer. Scollinare la seconda settimana di uno Slam era quasi un’impresa. Con tutto il rispetto, penso che equivalga a un quarto di finale odierno. Non sarà semplice riproporre un livello medio così alto nel breve periodo”.

Quando gli viene suggerito Luca Nardi come “nuovo Fognini”, il quasi trentaseienne di Sanremo afferma: “Me l’hanno detto in tanti. L’ho visto giocare e mi piace tanto il suo stile. Ha una grande facilità di gioco, ma onestamente non ho sufficienti elementi per potermi sbilanciare in tal senso. Per nostra fortuna abbiamo tanti italiani promettenti”.

“Voglio dare una mano ai giovani. Rimpianti? Uno solo”

fabio fognini
Foto Twitter Federtennis

Recentemente Fognini ha fondato un’agenzia di management. Agenzia a cui si dedicherà con maggiore attenzione non appena smetterà di giocare in giro per il mondo. Il suo scopo è quello di guidare le giovani leve nel districato percorso verso i massimi livelli del tennis: “Siamo operativi da un anno e mezzo. La Back To Next Management è nata con l’obiettivo di aiutare i ragazzi nel passaggio dai tornei juniores al professionismo. Al momento fanno parte del nostro team Flavio Cobolli, Matteo Gigante, Mattia Arnaldi e Andrea Pellegrino. Nel corso della mia carriera mi sono spesso messo il bastone tra le ruote e per questo motivo vorrei dar loro una mano affinché non commettano i miei stessi errori”.

Tornando a parlare della propria carriera, l’azzurro rivela di avere l’unico rimpianto di non essere riuscito a sfruttare appieno il suo potenziale fisico. Al riguardo aggiunge: “Me ne sono reso conto un po’ troppo tardi, soprattutto adesso che gioco con ragazzi che hanno quasi la metà dei miei anni. Col senno di poi penso di non aver gestito al meglio i tanti infortuni con cui ho avuto a che fare. Qualcuno al mio posto avrebbe detto la “capoccia”, ma io ho una visione opposta a riguardo. Magari se non fossi stato così probabilmente non avrei raggiunto questi risultati. Ognuno di noi è diverso con i suoi pregi. Non puoi chiedere a Fognini di essere Seppi e viceversa. Come si dice? Con i se e con i ma la storia non si fa…”.

Nel finale, incalzato a mestiere sul futuro prossimo, il vecchio lupo nostrano ammette: “Prima di salutare desidererei vincere un altro torneo per arrivare in doppia cifra. Non mi interessa tanto la città né il tipo di torneo, se un 250 o un 500, ma dimostrare a me stesso di essere ancora un giocatore competitivo ad alto livello. E poi c’è la Coppa Davis, anche se parliamo di una competizione a squadre. Il mio contributo penso di averlo sempre dato”.

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