Una nuova stagione iniziata alla United Cup con tre successi consecutivi, due dei quali ottenuti contro giocatori appartenenti alla top-10 del ranking mondiale (Casper Ruud ed Hubert Hurkacz). Poi le sconfitte con Stefanos Tsitsipas e Taylor Fritz, arrivate nelle restanti due gare disputate dalla selezione azzurra alla kermesse australiana. Sconfitte che, in ogni caso, lo hanno visto uscire dal campo a testa alta.
Matteo Berrettini si è dunque presentato all’Australian Open come uno dei principali favoriti alla vittoria del torneo, ma con la consapevolezza – un macigno – di dover difendere i punti accumulati lo scorso anno grazie all’approdo in semifinale. Purtroppo, i suoi sogni di gloria si sono infranti all’esordio, al cospetto di un leggendario Andy Murray. Il “crollo” in classifica una conseguenza inevitabile.
L’eliminazione al primo turno dell’Australian Open 2023 è costata a Berrettini ben otto posizioni nel ranking Atp. Alla vigilia del torneo era numero 14 al mondo, oggi invece si trova in 22esima piazza. Nessun dramma, certo. Di strada avanti ce n’è ancora tanta per guardare alla classifica o alla Race to Turin con preoccupazione. Matteo lo sa e, infatti, si è preso un po’ di pausa per capire come organizzare al meglio la propria risalita.
Non giocherà nelle prossime tre settimane. Probabilmente la sua scelta è da leggere in ottica “prevenzione infortuni”. Sappiamo quanto il classe ’96 romano abbia bisogno di non affaticare il suo corpo e, dopo un intenso inizio di stagione, è comprensibile che abbia deciso di procedere con i piedi di piombo. L’ennesimo guaio fisico rappresenterebbe un duro smacco a 360°, in particolare sotto l’aspetto psicologico.
Come reso noto qualche ora fa, Berrettini tornerà in campo nell’ultima settimana di febbraio all’Atp 500 di Acapulco. Avrà tutto il tempo necessario per prepararsi bene fisicamente.
Anche sul versante mentale, la situazione dovrebbe essere abbastanza tranquilla. Non ci saranno “pensieri pesanti” ad affliggere l’azzurro (anzi), dal momento che ha pochissimi punti da difendere nei prossimi mesi. Lo ricordiamo, nel 2022, tra l’Austalian Open e la stagione sull’erba, Matteo ha giocato soltanto a Rio de Janeiro, ad Acapulco e ad Indian Wells, dove è stato sconfitto rispettivamente ai quarti, all’esordio e agli ottavi. In ballo c’è un’immensa valanga di punti, soprattutto nei due Masters del “Sunshine Double” che si giocheranno, tra l’altro, su una delle sue superfici preferite: il cemento all’aperto.
Ecco, è per tutti questi motivi che siamo ottimisti e che condividiamo in toto la scelta cautelativa fatta dal numero tre nostrano assieme al suo team guidato da Vincenzo Santopadre. La speranza è che arrivi a battersi sul verde in una posizione di ranking molto simile a quella che ricopriva un anno fa nello stesso periodo. Poi lì, nel suo “habitat naturale”, chi lo sa cosa può accadere…
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