Stefanos Tsitsipas e Maria Sakkari sono stati i protagonisti di una simpatica intervista intrecciata dell’Atp e della Wta. O meglio, lo sono state le loro mamme, Julia Apostoli e Angeliki Kanellopoulou, ex professioniste del circuito.
La mamma è sempre la mamma
Tsitsipas e Sakkari sono stati i primi tennisti greci della storia ad entrare nella top10 delle classifiche Atp e Wta, oltre che a conquistare importanti traguardi a livello slam (Stefanos la finale al Roland Garros 2021 e Maria la semifinale nello stesso anno sempre a Parigi).
In una recente intervista, i due hanno raccontato il rapporto con le loro madri e l’importanza nella propria crescita sportiva e personale.
“Tutto il mio gioco lo devo a mia madre. Il rovescio a una mano, le discese a rete dopo il servizio… tutto è di mia madre. Mia mamma era una tennista molto aggressiva. Al giorno d’oggi non vedi molte ragazze con il rovescio a una mano, ma lei ne aveva uno bellissimo: era il suo colpo migliore. Lo considero anche il mio punto di forza. Mi ha insegnato tutto di questo fondamentale e del gioco a rete.
Ha instillato in me la disciplina. Non è mai stata morbida con me e credo che sia per una ragione sola: farmi crescere più forte. Allo stesso tempo, però, è stata sempre una mamma molto amorevole, devo tutto a lei. Una cosa fondamentale che mi ha insegnato è non farmi distrarre da quello che accade dall’altra parte della rete, sei tu a vincere o a perdere le partite” (Tsitsipas).
“Credo che sia una cosa bellissima che noi siamo buoni giocatori e che le nostre mamme siano così importanti per noi. Per noi è veramente bello avere due figure come loro che ci aiutano e supportano nella nostra vita.
La mia mi consiglia sempre di divertirmi perché la vita nel circuito è breve. Alla fine della carriera, spesso, ci si rende conto di non essersi divertiti abbastanza ed è questo che ha voluto insegnarmi. Credo che ultimamente sia riuscita a seguire il suo consiglio.
Credo sia molto d’aiuto avere al proprio fianco una persona che ha giocato nel tour. Possono capire tutte le emozioni che si vivono e ti possono insegnare molte cose. La cosa più importante, però, è il loro supporto perché sanno come ci si sente in campo. Se sono in difficoltà posso chiedere a lei cosa fare per migliorare” (Sakkari).
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