Lo scenario è di quelli che tolgono il fiato. Nonostante il ponte romano in questione (datato primo secolo dopo Cristo) sia uno di quei reperti che in Italia non si definirebbero esattamente come dei gioielli introvabili, in quel di Marbella è ampiamente sufficiente a dare il nome ad uno dei resort più spettacolari ed esclusivi d’Europa, il Puente Romano Beach Resort. È la location scelta da ASICS Europe per il Summit di fine anno. Cosa tutt’altro che secondaria in questo caso, è un paradiso del tennis, con tanto di club dotato di 8 campi in terra battuta e due in sintetico veloce.
Siamo stati invitati qui, insieme ad altri media specializzati e addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo, a partecipare alla presentazione delle nuove arrivate della casa giapponese, le calzature Gel Resolution 9 – ultima evoluzione della linea diventata leggenda a livello globale – e Court FF 3, realizzate con la stretta collaborazione di Novak Djokovic, che in piena off season, partecipa in prima persona all’evento del Puente Romano. D’altronde – non a caso – il serbo ha scelto proprio la costa andalusa come quartier generale per sé e per la sua famiglia, quando è lontano dal circuito.
Voce e volto principale dell’ASICS Tennis Summit è il vicepresidente di ASICS EMEA Gary Raucher, capo della sezione prodotto, marketing e merchandising dell’area europea dell’azienda giapponese fondata nell 1949 da Kihachiro Onitsuka. La vision e la mission dell’azienda sono parte integrante della presentazione dei nuovi prodotti: Anima Sana In Corpore Sano (ossia l’acronimo da cui prende il nome l’azienda), che corrisponde alla cosiddetta Sound Mind, Sound Body Strategy, ciò da cui parte un po’ tutto.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Gary, che ci ha detto qualcosa di più su questo e su altri aspetti legati al lavoro suo e dell’azienda che dirige.
“Noi come brand pensiamo che i benefici dello sport vadano ben oltre la parte fisica e che coinvolgano soprattutto la parte mentale di ognuno di noi. Per questo uno degli obiettivi principali della nostra azienda è fare in modo che il numero più alto di persone possibile si possa avvicinare al mondo dello sport, non tanto e non solo per le conseguenze positive dal punto vista fisico, ma soprattutto per quelle che coinvolgono il lato mentale”.
“Una premessa a cui tengo molto è che noi lavoriamo con atleti di ogni livello, non solo con i professionisti. Oggi qui a Marbella stiamo parlando dei nostri atleti di punta, ma abbiamo molto interesse anche ai feedback che ci arrivano quotidianamente dagli atleti di tutti i giorni, come potremmo essere io e te. Partire dagli atleti per noi significa cercare di capire cosa cerca, cosa vuole il nostro consumatore finale. Sta a noi poi provare ad ottenerlo, ma il punto di partenza è sempre l’atleta, in questo caso il tennista. Dal momento dell’ideazione, della creazione del prototipo e del rilascio finale del prodotto, l’atleta gioca una parte fondamentale per capire se stiamo andando nella direzione esatta”.
“Ci spinge ad essere sempre migliori. Il senso profondo di questa espressione è che c’è sempre l’opportunità di continuare a migliorare, anche quando si crede di aver già raggiunto la perfezione. Lo ha detto anche Novak durante la presentazione: anche lui nutriva dei dubbi sulla possibilità di migliorare la sua Court FF2, che riteneva già un prodotto perfetto per lui. E invece abbiamo creduto che potesse migliorare e abbiamo sviluppato la Court FF3, che ora riteniamo tutti la calzatura perfetta. Ma già sappiamo che ci sarà la Court FF4 e poi la Court FF5 e così via. Il kaizen ci dice esattamente questo. Le necessità degli atleti evolvono, le tecnologia evolvono e noi dobbiamo continuare a lavorare nel solco dell’innovazione”.
“Ci aiuta tantissimo. Lavoriamo con tantissimi atleti, che ci danno feedback sempre molto positivi e siamo felicissimi di questo. Ma quando lavori con atleti così esigenti, così competenti e così scrupolosi, come Novak, è una sfida in più anche per noi. Prima di arrivare alle Court FF3, abbiamo rilasciato ben otto prototipi, lui li ha voluti provare tutti e per ognuno ha individuato nei minimi dettagli le cose che andavano e quelle che non andavano. Solo così siamo potuti arrivare a raggiungere quello che ora lui e noi riteniamo essere la migliore scarpa per lui in questo momento”.
“Io penso che gli atleti di tutti gli sport siano alla costante ricerca di attrezzatura che massimizzi le loro performance e minimizzi le possibilità di infortuni. Di certo noi abbiamo più relazioni con tennisti e runner, e posso dire che la meticolosità è simile”.
“Quello con Matteo è un rapporto relativamente nuovo, non è da molto che lavora con noi. Ma si può già dire senza dubbio che la GEL Resolution è la sua scarpa. Certo, Iga Swiatek (che utilizza la stessa scarpa, ndr) ha avuto più possibilità di testarla perché collaboriamo da più tempo, però abbiamo ricevuto feedback importanti anche da Matteo: è un giocatore che ha misure e taglie importanti, oltre che uno stile di gioco molto definito, quindi è assolutamente necessario per lui avere dalla scarpa la stabilità giusta per prevenire infortuni”.
“Dobbiamo e possiamo molto migliorare i nostri prodotti. Ma sicuramente possiamo dire di essere sulla strada giusta, soprattutto rispetto a qualche anno fa. Sono in ASICS da quasi quattro anni e all’epoca avevo io stesso delle difficoltà ad indossare apparel ASICS. Abbiamo investito un sacco di tempo ed energia ed oggi non solo l’aspetto ma anche la funzionalità dei nostri prodotti è sotto gli occhi di tutti. Possiamo migliorare? Certo che possiamo. E lo faremo”. E tutta questione di kaizen.
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