A quasi tre mesi dalla triste serata di Laver Cup in cui ha giocato il suo ultimo match da professionista, Roger Federer è intervenuto ai microfoni di ‘Daily Show’ per ripercorrere le tappe del suo cammino nel mondo del tennis. Durante la chiacchierata con il conduttore Trevor Noah, il Maestro svizzero ha anche raccontato diversi aneddoti, come quello dell’accesso negato a Wimbledon ed uno relativo alla sua decisione di ritirarsi (con protagonista Rafael Nadal).
Nel corso del suo intervento alla trasmissione televisiva, Federer ha affermato che non avrebbe mai immaginato di avere una carriera leggendaria come poi si è rivelata: “No, no, non sapevo che sarebbe andata così bene. In Svizzera non sogniamo così in grande. Speriamo di essere buoni, non grandi”.
“Si seguiva lo sci, un po’ il calcio, un po’ l’hockey su ghiaccio. Poi è arrivato il tennis e, fortunatamente, abbiamo avuto un campione olimpico come Marc Rosset nel ’92 e Martina Hingis, che ha vinto gli US Open e Wimbledon. Mi hanno spianato un po’ la strada per dimostrarmi che tutte era possibile. La gente diceva che potevo essere il prossimo Pete Sampras, avevo talento e tutto il resto. Ma non avrei mai pensato di avere una carriera così grande. Quindi, non potrei essere più eccitato, più felice e orgoglioso di tutto questo. Sfortunatamente, il mio percorso è giunto alla fine, ma è stato fantastico”.
Federer ha poi parlato dei cambiamenti nel mondo del tennis relativi alla professionalizzazione dei giocatori: “Mi sono divertito molto nel tour, non si trattava solo di tennis. Si trattava anche di andare a una bella cena con gli amici e sono felice di non aver preso il tennis così seriamente o professionalmente, c’era un tocco di amatoriale. Ora sono un po’ preoccupato che tutti gli sport stiano andando in una direzione così professionale, spero non si perda il divertimento. È importante”.
Come dicevamo sopra, alla fine, lo svizzero ha raccontato della conversazione telefonica in cui ha annunciato il suo ritiro a Nadal: “La mia speranza era di giocare il doppio con Rafa. Così l’ho chiamato dopo gli US Open ed è stata una conversazione molto emozionante, perché è stata una delle prime volte in cui ho riferito una mia decisione a qualcuno che non facesse parte della mia famiglia o del mio team. L’ho chiamato e gli ho detto ‘Ciao Rafa, prima di fare altri piani, mi piacerebbe che tu venissi alla Laver Cup e giocassi con me la mia ultima partita di doppio. Sarebbe bello perché, sfortunatamente, il mio ginocchio non è più a posto e penso che questa sia la fine, sai?” Lui è rimasto senza parole, poi ha risposto: “Ok, sì. Io ci sarò, qualunque cosa accada”.
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