Monica Seles si racconta: dal rapporto con la famiglia all’incidente di Amburgo

Il 2 dicembre è stato il compleanno di quella che, per molti, avrebbe potuto essere la tennista più vincente della storia: Monica Seles. Otto titoli slam prima dei 20 anni e dell’infame gesto di Amburgo. Poi i momenti di difficoltà nel rientrare, la morte del padre e il ritiro.

Il racconto di Monica

La Seles è sicuramente uno dei più grandi What If della storia del tennis. E come potrebbe non essere così per una tennista che a 20 anni aveva già al proprio attivo otto titoli dello slam? Una vera e propria macchina, fermata solamente dalla coltellata alle spalle ad Amburgo nel 1993 da un mitomane fan di Steffi Graf e dalle difficoltà al rientro, su tutte la morte del padre allenatore.

In una recente chiacchierata con l’ex numero 1 del mondo Chris Evert, Monica ha voluto riavvolgere il nastro della propria vita, parlando di tutto ciò che le è successo in campo e fuori negli anni di professionismo.

Se guardo indietro al Natale del 1995, mio padre era già malato. Ero molto triste perché ero appena uscita da un evento traumatico e già ne dovevo affrontare un altro. Praticamente un destro-sinistro che ti mette a terra e l’ha fatto. In quel momento la gioia per la vita e per il gioco era sparita.

La coltellata non me la sarei mai aspettata, nemmeno nei miei peggiori sogni. Ero appena tornata dopo un infortunio ad Amburgo: non giocavo da mesi. Era un momento difficile per me e la mia famiglia per quello che stava succedendo nel nostro paese. È stato un periodo molto complicato per la mia carriera.

Il mio tennis era ottimo, ma intorno a me c’era il caos. Sono dovuta crescere molto in fretta per quello che era successo. Amburgo l’ha velocizzato ancora di più perché ho capito quanto tutto potesse sparire in poco tempo.

Per fortuna in quel momento avevo la mia famiglia, ma non altre persone all’infuori di loro. Il fattore fiducia era ormai sparito”.

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