Ha “scoperto” il tennis a 30 anni e non lo ha più mollato. Anzi, lo ha portato al centro della cultura di massa del Kazakistan. Stiamo parlando di Bulat Utemuratov, miliardario che dal 2007 ha costruito e reso possibile l’exploit di questo sport nell’ex repubblica sovietica.
Ecco come il tennis è decollato in Kazakistan
Probabilmente, la prima volta che gli appassionati di tennis hanno sentito parlare di Utemuratov risale allo scorso luglio, quando Elena Rybakina si è laureata campionessa a Wimbledon ed il miliardario è subito corso ad abbracciarla. La giovane tennista lo ha citato anche durante la consueta consegna del trofeo, parlando di “supporto incredibile” da parte di una persona che ha investito nel suo gioco e le ha cambiato la sua vita.
Utemuratov è tornato a prendersi la scena questa settimana, in cui, grazie a lui, il centro dell’universo del tennis si è spostato in Kazakistan. Un paese che quasi non esisteva sulla mappa del tennis una decina di anni fa, ma che ora ha i mezzi per attirare stelle del calibro di Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev o Stefanos Tsitsipas, tutti presenti questa settimana ad Astana, la capitale di una vasta repubblica dell’Asia centrale.
Tutto è nato perché Utemuratov, un diplomatico e industriale kazako, ha deciso 15 anni fa di usare la sua generosità per trasformare il suo paese in una forza emergente del tennis. “Mi è piaciuto fin dall’inizio”, ha detto il sessantaquattrenne in una recente intervista. Il mondo dello sport è pieno di miliardari che comprano squadre e le usano come giocattoli. Utemuratov, invece, ha scelto di acquistare essenzialmente un intero sport, ma non lo tratta come un giocattolo. Il suo approccio potrebbe fungere da modello per altre nazioni che vogliono migliorare nel tennis, o in qualsiasi altro ambito, purché abbiano un ingrediente chiave: un miliardario disposto a spendere tutto il necessario.
Utemuratov e il tennis
Utemuratov ha praticato box, calcio e ping pong da ragazzo. Durante l’era sovietica, il tennis era disapprovato come sport d’élite. C’erano solo una manciata di campi in tutto il paese e giocarci era estremamente costoso. Dunque lui non vi ha mai approcciato fino a quando la comunità imprenditoriale post-sovietica del Kazakistan non reso possibile negli anni ’90.
Per Utemuratov, il tennis è stata una rivelazione: una versione fisica degli scacchi, che richiede versatilità, mezzi intellettuali, massima concentrazione e costante miglioramento atletico. La sua notorietà nel tennis è aumentata di pari passo con la sua importanza politica e finanziaria.
In un paese in cui dominavano il calcio e gli sport da combattimento, nel 2007 la federazione di tennis era quasi in bancarotta. Utemuratov e altri leader aziendali hanno discusso di cosa avrebbero potuto fare per salvarla e decisero di tuffarsi in questa sfida speciale: risollevare le sorti del tennis in un paese povero e tentacolare, con solo 20 milioni di persone sparse su un territorio immenso, caratterizzato da un clima brutalmente freddo tutto l’anno.
Utilizzando quasi interamente i soldi di Utemuratov, la Federazione di tennis del Kazakistan ha iniziato il percorso investendo circa 200 milioni – quasi un decimo della sua fortuna stimata – per costruire 38 centri di tennis in tutte le 17 regioni del paese. Ha formato centinaia di allenatori e istruttori e ne ha importati alcuni dall’Europa. Ha sovvenzionato lezioni per bambini e adolescenti consentendogli di allenarsi sei giorni alla settimana per pochi soldi al mese. I migliori ragazzi hanno ricevuto ingenti some per pagarsi l’allenamento e il viaggio.
Utemuratov ha affermato che rendere lo sport accessibile è stato essenziale per cambiare la percezione del tennis, passato da sport d’élite a sport popolare. Ora ci sono 33.000 giocatori registrati a tutti i livelli in Kazakistan. Nel 2007 erano appena 1.800.
Uno staff di 32 persone presso la sede della federazione è in costante contatto con altri 70 allenatori e dipendenti dei centri tennis per seguire i progressi di giovani promettenti. Dave Miley, un irlandese che ha guidato lo sviluppo dei giocatori presso la International Tennis Federation, è arrivato due anni fa per ricoprire il ruolo di direttore esecutivo della K.T.F.
E man mano che l’interesse e la partecipazione hanno cominciato ad aumentare e la qualità del gioco a migliorare, la federazione ha collaborato con accademie in Spagna, Italia e altri paesi del tennis affermati per inviare lì i suoi migliori giovani giocatori ad allenarsi. Inoltre, sono stati organizzati organizzato tornei internazionali, per tutte le categorie.
Utemuratov sapeva che le persone nel suo paese avrebbero abbracciato il tennis solo se il Kazakistan avesse avuto i migliori professionisti. E non voleva aspettare una generazione per vedere se il paese potesse produrne. Quindi, invece di restare con le mani in mano, ha adottato una strategia che molti altri paesi hanno utilizzato per perseguire l’eccellenza in altri sport: ha iniziato a guardare all’estero, in particolare alla Russia, alla ricerca di giocatori dal gran talento ma non sovvenzionati dalla federazione moscovita. La sua offerta era semplice: gioca per il Kazakistan, che condivide una lingua e una storia con la Russia, e il paese finanzierà la tua carriera.
I primi a sposare il Kazakistan sono stati Yuri Schukin e Yaroslava Shvedova. Schukin non ha mai fatto il proprio ingresso nella top 100 Atp, ma oggi è uno dei principali coach del paese. Mentre Shvedova ha raggiunto la posizione numero 25 Wta nel 2012, i quarti di finale di tre tornei del Grande Slam in singolare e ha vinto titoli di doppio a Wimbledon e agli US Open.
Più recentemente, Rybakina e Alexander Bublik, altri giocatori nati in Russia, hanno deciso di rappresentare il Kazakistan. Bublik ha raccontato di aver incontrato Utemuratov per la prima volta quando era ancora un ragazzino ed ha affermato di aver deciso di accettare la sua offerta nel 2016. Grazie al Kazakistan che ha finanziato i suoi viaggi e i suoi allenamenti è entrato nella top 100 poco più di un anno dopo. “È la sua passione”, ha detto Bublik, che oggi è numero 43 al mondo “Ci mette tanto amore da parte sua”.
La seconda fase del progetto
Nonostante i recenti successi, Utemuratov ha affermato che il Kazakistan non è più alla ricerca attiva di prospetti russi. Probabilmente si tratta dell’inizio della seconda fase del piano: quella che si concentra sullo sviluppo dei propri giovani giocatori come ad esempio Zangar Nurlanuly, che ha ottenuto la prima posizione nella sua fascia d’età in Europa e quest’anno ha portato la sua squadra alle semifinali dell’I.T.F. Under 14 World Junior Tennis Finals, una specie di Coppa Davis per ragazzi. Staremo a vedere come continuerà a crescere il suo progetto.
Intanto, l’investimento sta ripagando Utemuratov anche al di fuori dei circoli tennistici del Kazakistan. Ora, infatti, è vicepresidente dell’I.T.F., l’organo di governo mondiale dello sport.
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