Letteralmente si traduce in “palla sott’aceto” e sta spopolando negli Stati Uniti: è il pickleball, sport che, un po’ come il padel, si presenta meno impegnativo del tennis sia tecnicamente che fisicamente, ma garantisce un grandissimo divertimento.
Cosa è il pickleball
Il pickleball si gioca su campi che misurano una grandezza pari ad un terzo dei campi da tennis. Questo vale per il doppio ma anche per il singolare. Solitamente si arriva fino al punteggio di 11, ma talvolta c’è chi fissa la quota vittoria a 15 o a 21. Come in altri sport, per ottenere il successo bisogna staccare l’avversario (o gli avversari) di due punti.
È previsto il cambio palla ed è possibile organizzare gli incontri in più set. Nei primi scambi dopo ogni battuta è consentito colpire la palla solo dopo averla fatta rimbalzare nel proprio campo, in seguito la si può prendere al volo, ma solo se i piedi di chi la impatta non sono nella cosiddetta kitchen, ovvero la parte di campo più vicina alla rete.
La racchetta che si utilizza per giocare a pickleball è a forma pentagonale, mentre la pallina è molto leggera e presenta numerosi buchi, il tutto affinché che non raggiunga grandi velocità. Il pickleball, dunque, è uno sport che predilige intelligenza, posizione tempismo più che la potenza. I servizi vanno fatti in diagonale e la rete è fissata da un’altezza di poco inferiore al metro (90 centimetri).
Il fenomeno pickleball negli Stati Uniti
Il pickleball è nato negli Stati Uniti, quando nell’estate del 1965 due vicini di casa con i rispettivi figli volevano trascorrere del tempo giocando a badminton ma si ritrovarono di fatto ad inventare un nuovo sport. Come rete, usarono una rete da badminton, come racchette usarono alcune racchette di legno, forse da ping pong, e come pallina ne presero una da wiffleball, uno sport simile al baseball, giocato però con palline di plastica e bucherellate. Poi, nel corso dei giorni successivi, perfezionarono le regole partendo proprio da quello del badminton.
Non è dato sapersi perché a questo nuovo sport affibbiarono il nome “pickleball”. Stando alle ricostruzioni di USA Pickleball, la scelta fu fatta in riferimento ai “pickle boat”, termine con cui nel canottaggio universitario si definivano gli equipaggi composti da canottieri che non erano stati scelti dalle altre squadre, gli scartati in sintesi. Quasi a voler dire che il pickleball è nato con gli “scarti” di altri sport.
La svolta
Dall’anno di nascita in poi, il pickleball è cresciuto costantemente, ma l’anno della svolta è stato il 2020. Secondo i dati raccolti dalla Sports & Fitness Industry Association, infatti, “nel primo anno di pandemia negli Stati Uniti ci hanno giocato oltre quattro milioni di persone, il 21 per cento in più del 2019; circa un quinto di quelle che si stima abbiano giocato a tennis e circa un decimo di quelli che praticano il golf, e più dell’1 per cento degli statunitensi con più di 6 anni d’età. Secondo la Sports & Fitness Industry Association i più assidui giocatori di pickleball continuano ad avere più di 65 anni, ma stanno crescendo anche i praticanti tra gli 8 e i 34 anni, cosa che ha abbassato l’età media di tutti i partecipanti, ora di poco sotto ai 40 anni”.
Negli Stati Uniti, l’aumento del numero di praticanti è stato accompagnato da diversi tentativi di far crescere economicamente lo sport. A questo proposito, c’è chi vocifera che il pickleball possa presto diventare una disciplina olimpica, sfruttando anche il fatto che le Olimpiadi del 2028 si terranno a Los Angeles. Anche in Italia il pickleball si sta espandendo, basti pensare che nel 2018 è nata l’Associazione Italiana Pickleball. Cosa aspettate a provare?
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