L’impatto del (non) vaccino sul ritiro di Djokovic? Lo spiega lo zio…

Goran Djokovic, zio di Novak, ha voluto guardare il lato positivo dei continui ban ai danni del nipote per via della mancanza del vaccino. Secondo il serbo, grazie a questi divieti, la sua carriera sarà più lunga.

Ottimismo o ultima spiaggia?

Djokovic ha dovuto saltare due slam in questa stagione (Australian Open e US Open), oltre a diversi tornei della tournée americana (su tutti i masters1000 di Indian Wells, Miami, Montreal e Cincinnati). Il motivo è semplice: l’ingresso negli Stati Uniti è concesso solamente ai cittadini stranieri vaccinati, mentre a gennaio non si poteva entrare senza vaccino in Australia.

In attesa di sviluppi legislativi negli States, la speranza di Nole è entrare in Australia nel 2023. Qui, però, il problema è un altro. Dopo essere stato cacciato dal paese, al serbo è stato negato il visto per i prossimi tre anni. Solamente un capovolgimento del governo potrà aiutarlo.

Tra i sostenitori della decisione di Novak (che, ovviamente, sta rischiando seriamente la propria carriera professionistica) c’è suo zio Goran. Proprio lui ha sottolineato un aspetto a cui in pochi avevano fatto finora riferimento.

Il calvario che ha affrontato in Australia e in America quest’anno avrà l’unico effetto di allungargli la carriera. Invece di ritirarsi dal tennis in tre o forse quattro anni, la sua carriera potrà prolungarsi di cinque o sei anni ancora. Grazie alle pause può riposare meglio il proprio corpo”.

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