Inutile girarci attorno, quella di ieri contro Rafael Nadal è stata la vittoria più bella della carriera di Frances Tafoe. Al termine della gara lo statunitense è esploso dal punto di vista emotivo e le dichiarazioni del post partita sono state un’occasione per raccontare la sua storia, di vita e di tennis.
“Sono figlio di migranti, entrambi i miei genitori sono nati e cresciuti in Sierra Leone. Sono arrivati negli Stati Uniti alla fine degli anni ’80, inizio ’90. Si sono incontrati qui e hanno dato alla luce me e il mio fratello gemello. Mio padre era un tuttofare in un club di tennis. Mia mamma era un’infermiera e faceva due lavori. Molto spesso aveva i turni anche di notte.
Riuscire a rimanere nel mondo del tennis significava portarci fuori dal ghetto. Mio padre riusciva a malapena a vederci, nessuno si poteva aspettare che sarebbe finita così.Quando abbiamo iniziato col tennis mio padre era felicissimo perché ci avrebbe potuto portare a studiare. Non ci potevamo permettere un’università, ma col tennis sì.Mi ricordo quando ero bambino e vedevo Serena e Venus giocare le finali degli slam. Mi chiedevo robe tipo ‘Chissà come sarà giocare a Wimbledon o all’Arthur Ashe’.Ho da sempre una grande passione per questo gioco. Non l’ho mai fatto solo per me, ma anche per loro. Non so cosa possa passare per la testa dei miei genitori. Essere venuti qui e vedermi battere uno dei visi del Monte Rushmore come Nadal. Ricorderanno questo giorno per tutta la vita.Lo stavo dicendo al mio agente, ho come sentito che il mondo si fosse fermato. Non ho potuto sentire nulla per un minuto. Anche alla stretta di mano, non ho idea di cosa gli abbia detto. Ho tutto sfocato, già stavo piangendo.
Riuscivo a malapena a vedere lui e il mio team. Tutti stavano in piedi. Ero super eccitato, il mio cuore andava a mille. Mi dovevo sedere, non ho mai provato nulla di simile nella mia vita“.
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