Daria Kasatkina ha fatto pubblicamente outing, dichiarando di essere omosessuale in un’intervista con la blogger Vitya Kravchenko. Le parole sono arrivate in concomitanza della legge approvata dal Cremlino di non dare più informazioni pubbliche sulle relazioni giudicate dal governo non tradizionali.
L’attacco della politica
La Kasatkina ha attaccato pesantemente (con buone ragioni) il governo del proprio paese. La numero 12 al mondo, infatti, ha condannato apertamente la guerra in Ucraina e ha proposto ai giovani tennisti di cambiare la propria nazionalità.
Parole importanti e contro il regime, quelle di una ragazza che si è dichiarata omosessuale il giorno in cui in Russia si è vietato di parlare di relazioni giudicate contro la tradizione. La prima netta presa di posizione, che potrebbe significare non tornare più in patria.
Dalla politica non sono tardate ad arrivare risposte spregevoli. Il coraggio di Daria sotterrato dal becero patriottismo di alcuni servi del potere. Queste le dichiarazioni di Roman Teryushkov e Vitaly Milonov (deputati della regione di Duma).
“Un vivido esempio della scuola dell’individualismo, aderente all’Occidente. Dichiarare pubblicamente il proprio orientamento sessuale non tradizionale e chiedere ai ragazzi di cambiare la propria cittadinanza. Questo ha detto la nostra numero 1 del tennis, Daria Kasatkina. Vedo in tali parole la promozione del trasferimento dei nostri atleti in altre nazionali. In poche parole, un crimine contro lo stato”.
“Dobbiamo ricordarle che molti giovani ragazzi ascolteranno le stupide parole che ha voluto dire. Ci ha messo in imbarazzo con i bambini, che copiano tutto. Ripetono non solo ciò che si fa bene, ma anche le cose sbagliate”.
Fa sorridere, se così si può dire, sentire parlare di crimini di stato ed imbarazzo da politici che nascondono gli orrori commessi in un’altra nazione, non parlando (ovviamente) mai di guerra o invasione. I bambini russi dovrebbero, quindi, ripetere queste cose e non i comportamenti della Kasatkina?
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