Rublev a cuore aperto: cosa offrimmo per giocare a Wimbledon. E sul cambio di cittadinanza…

Andrey Rublev è tornato a parlare del caso più eclatante dell’anno, finora, nel mondo tennis, insieme all’esclusione di Novak Djokovic dagli Australian Open per la sua scelta di non sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. Parliamo ovviamente del “ban” verso i tennisti e le tenniste russe e bielorusse, costretti a guardare il torneo di Wimbledon in televisione a causa della decisione degli organizzatori, sostenuti dal governo britannico.

Una decisione che ha provocato negli atleti russi grande dispiacere e frustrazione, contro la quale – confessa proprio Rublev nel corso di un’intervista pubblicata dal blogger russo Vitya Kravchenko sul suo canale YouTube – gli stessi tennisti hanno messo in campo proposte e possibili soluzioni: “Siamo arrivati a proporre di giocare in doppio con tennisti ucraini e di rinunciare a tutti i premi, anche economici. Volevamo usare quel palcoscenico così visibile per dimostrare che la guerra non c’entra nulla con il tennis”.

Ma le risposte degli organizzatori sono state sempre negative, nonostante le rassicurazioni di Rublev che sosteneva la possibilità “come tennista internazionale, di poter trasmettere il giusto messaggio”. “In ogni caso – rivela – ci hanno sempre risposto che il problema era che il governo russo avrebbe utilizzato i nostri successi come arma di propaganda politica e non lo avrebbero potuto accettare”.

Rublev ammette oggi che forse per lui e per gli altri atleti ci sarebbe stata una sola possibilità per giocare a Wimbledon: “Probabilmente se avessimo cambiato cittadinanza sarebbe stato accettabile per loro“. Una possibilità che Andrey non esclude oggi al cento per cento: “Se dovessi essere escluso da tutti i tornei e fosse l’unico modo per giocare la prenderei sicuramente in considerazione”.


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