Binaghi coccola Sinner e il tennis azzurro: “Se la sfortuna si allontanerà da noi…”

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Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis, ha speso parole al miele per il nostro Jannik Sinner dopo i quarti di finale persi con Novak Djokovic. L’azzurro ha disputato un grandissimo torneo, portando a casa gli scalpi di Stan Wawrinka, Mikel Ymer, John Isner e Carlos Alcaraz.

Le coccole per Jannik

Jannik Sinner è tornato sulla bocca di tutti dopo alcuni mesi di grandi difficoltà con il cambio di coach e i risultati che scarseggiavano ad arrivare. Wimbledon, infatti, è stato un po’ un fulmine a ciel sereno in questo senso. Sono arrivate per Jannik le prime vittorie in carriera sull’erba e che vittorie!

Nel torneo il giovane ha avuto la meglio di vecchie glorie come Stan Wawrinka e John Isner, un buon giocatore come Mikel Ymer e il campione del presente e del futuro, Carlos Alcaraz.

Ai quarti di finale, poi, ha fatto vivere a tutti un sogno ad occhi aperti per due set con Novak Djokovic. Le grandi prestazioni non sono passate inosservate ad Angelo Binaghi che, in un’intervista con Adnkronos, si è lasciato andare a grandi complimenti.

“Sinner ha provato un’altra volta di che pasta è fatto a livello caratteriale e di tennis. Dall’altro lato della rete aveva un mostro, che alla fine ha di nuovo vinto, ma penso che la prossima volta non andrà a finire così.

Dodici mesi fa Berrettini è riuscito a vincere contro Djokovic il primo set della finale, l’altro giorno Jannik ne ha vinti due. La prossima volta uno dei nostri ragazzi riuscirà a vincere tre set su cinque e a portare a casa la partita. Il tempo gioca a favore dei ragazzi italiani.

In questi primi sei mesi, nonostante i tanti infortuni, il tennis italiano ha ottenuto due semifinali slam con Berrettini all’Australian Open e la Trevisan al Roland Garros. Sono arrivate le prestigiose vittorie al Queen’s e a Stoccarda sempre di Matteo e i quarti di finale di Sinner a Melbourne e ai Championships. Se la sfortuna si allontanerà da noi, avremo un grande US Open”.

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