Tanto tuonò che piovve. Alla fine arriva la decisione ufficiale dell’Atp che permetterà finalmente il cosiddetto coaching, ovvero la possibilità per gli allenatori di dare istruzioni ai tennisti durante gli incontri. Una pratica che finora era vietata, addirittura sanzionabile da parte degli arbitri. Si tratta tuttavia di una fase di sperimentazione che inizierà da subito dopo Wimbledon, fino alla fine dalla stagione, e i primi tornei in cui sarà possibile l’interazione saranno Bastad e Newport. Ma lo vedremo anche allo US Open e alle ATP Finals.
Un via libera che arriva dopo la sperimentazione nella WTA, e che segue una lunga discussione avvenuta all’interno del circuito tra chi è a favore (la maggioranza) e chi invece è contrario, vedi ad esempio Roger Federer o Nick Kirgios (anche se King Roger era contrario soprattutto all’ingresso in campo degli allenatori, piuttosto che alle indicazioni ricevute da fuori).
Ora si potranno finalmente usare gesti che tanto potranno aiutare un giocatore in campo, soprattutto dal punto di vista del supporto mentale. Finora, infatti, da parte degli allenatori, eravamo abituati a vedere piccoli movimenti della testa per annuire, sguardi con cui si provava a trasmettere fiducia al proprio giocatore.
Ultimo in ordine temporale ricordiamo Simone Vagnozzi a Parigi che trasmetteva calma a Sinner dal suo angolo, soltanto tramite sguardi rassicuranti, con il suo modo composto di reagire ai colpi (anche sbagliati) di Jannik. Piuttosto che il papà di Camila, Sergio Giorgi, che dal bordo del campo 9 del Roland Garros, criticava ad alta voce le decisioni arbitrali facendo arrivare la sua voce a Camila, provando in qualche modo a trasmetterle sicurezza (una specie di modalità per dire “non badare a loro, continua così che sei la migliore”).
Anche il papà-coach di Stefanos Tsitsipas ci ha abituato alle sue uscite da “chiacchierone” a bordo campo. Non a caso il numero 6 al mondo era tra i giocatori totalmente a favore del coaching. Ora, però, finalmente tutti gli allenatori potranno dare le loro indicazioni in modo più esplicito. E non è una cosa da poco per un gioco che si basa sul sottile equilibrio della concentrazione mentale.
I coach, comunque, non potranno entrare sul terreno di gioco e raggiungere la panchina, come avviene nella circuito femminile, ma dovranno dare le loro indicazioni da bordo campo. E soprattutto dovranno rispettare una serie di regole che l’Atp ha messo nero su bianco. Ve le elenchiamo di seguito come riportato sul sito ufficiale dell’Atp:
- Gli allenatori dovranno sedere esclusivamente nei posti in tribuna a loro dedicati
- Il coaching – in forma verbale e non verbale – sarà permesso solo se non interromperà il gioco o non creerà interferenze all’altro giocatore
- Il coaching in forma verbale è permesso soltanto quando giocatore e allenatore sono dalla stessa parte di campo
- Il coaching in forma non verbale – gesti – sarà permesso in ogni momento
- Il coaching in forma verbale consiste in qualche breve parole e frase semplice (non saranno ammesse conversazioni)
- Gli allenatori non potranno parlare col giocatore quando questo lascia il campo per qualsiasi motivo
- Penalità e multe sono previste per tutte le altre forme di coaching che non rispettano queste regole
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