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Storie

Il miracolo dell’erba di Gaiba: la Wimbledon italiana diventa sempre più grande

Continua a crescere il movimento tennistico italiano, spinto da un entusiasmo ritrovato in virtù dei recenti grandi risultati ottenuti dagli azzurri. Sono tanti, infatti, i giovanissimi che si stanno avvicinando a questo sport e milioni i tifosi incollati davanti ai teleschermi per seguire gli impegni dei nostri beniamini.

Ma la storia di Gaibledon ha origini un po’ più lontane, che risalgono precisamente al 2012. All’epoca un gruppo di appassionati di Gaiba, cittadina veneta che conta un migliaio di abitanti, decise che un vecchio campo da calcio in disuso dovesse essere trasformato in un circolo di quattro campi da tennis in erba vera. Lo scorso anno, quel circolo ha ospitato per la prima volta in Italia un torneo internazionale su tale superficie. Un futures da15mila euro.

Il Challenger Wta 125, primo di questa categoria in Italia sull’erba

Quest’anno l’ulteriore salto di qualità: un Challenger 125 del circuito Wta, Un evento storico, il primo di questa categoria in Italia sull’erba. Si gioca dal 13 al 19 giugno, con giocatrice top-100 come teste di serie (tra cui Lucia Bronzetti, Martina Trevisan ha dovuto rinunciare per un fastidio fisico in allenamento, ma giocherà comunque l doppio), cento volontari accorsi al circolo e la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati a premiare la vincitrice domenica 19.

Tutto questo grazie soprattutto alla lungimiranza di persone che amano il tennis a prescindere, senza cavalcare l’onda dell’interesse. Ma andiamo a scoprire i dettagli di questa favola tutta nostrana.

LA STORIA DI GAIBA: UN ANGOLO DI INGHILTERRA NELLA PIANURA PADANA

Come si diceva, il miracolo è stato possibile grazie alla passione e alla dedizione di un gruppo di ragazzi, che nel 2012 pensò bene di mettere una rete da tennis su un campo da calcio abbandonato. Nei primi anni, fu il circolo Fitpra a credere nelle potenzialità di Gaiba, regalando la possibilità a tantissime persone di vivere una domenica di emozioni che si possono raramente provare lungo la Penisola. Anche il sovraffollamento dell’altro piccolo circolo in terra battuta ha inciso nella crescita di Gaibledon. Questa vicenda può essere sicuramente presa come esempio di buona gestione: tramite le idee e il lavoro è stato risolto il problema dell’insufficienza dei campi ed è stata creata una grande opportunità per il paese ed anche per l’Italia intera.

Risale, invece, al 2016 il primo torneo Open nazionale. Un risultato ottenuto grazie alla cura maniacale dei dettagli. Gaibledon, come è stato ribattezzato il circolo, è diventato anche un’attrazione per i giocatori professionisti. Molti di questi, infatti, nel corso degli anni si sono recati su questi campi alle porte di Rovigo per allenarsi in vista della stagione sul verde.

 

Valeria Lorenzi

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