Il Roland Garros si è concluso nel modo peggiore possibile per Jannik Sinner. L’altoatesino, dopo le vittore su Bjorn Fratangelo, Roberto Carballes Baena e Mackenzie McDonald, è stato costretto al ritiro negli ottavi di finale contro Andrey Rublev. Il motivo? Un problema al ginocchio sinistro che gli ha reso praticamente impossibile continuare a giocare.
Purtroppo, non è la prima volta che Jannik ha dovuto dare forfait o abbandonare il campo dolorante in questo inizio di 2022. Ed anche altri azzurri, come Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, non hanno avuto grande fortuna.
Ricorderemo tutti dell’ottavo di finale mai andato in scena tra Sinner e Nick Kyrgios al 1000 di Indian Wells. In quell’occasione, il nativo di San Candido è stato messo k.o da una misteriosa influenza. Qualche giorno più tardi, invece, son state le vesciche a causare il ritiro dell’azzurro, impegnato ai quarti di finale di un altro Masters sul cemento: il Miami Open. Ulteriori difficoltà, che però non hanno causato alcun forfait, l’altoatesino le ha accusate sulla terra battuta di Montecarlo e Roma, dove ha dovuto fare i conti rispettivamente con dei dolori all’addome e con un problema all’anca. E non dimentichiamoci del Covid, che lo ha colpito subito dopo gli Australian Open. Nel corso dei mesi, come dicevamo in apertura, neanche Berrettini e Musetti hanno avuto troppa fortuna.
L’ultimo match giocato dal romano risale ad Acapulco, dopodiché Matteo ha dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico alla mano destra (bandelletta del mignolo). Rientrerà soltanto la prossima settimana sull’erba di Stoccarda. Considerati gli ottimi traguardi raggiunti lo scorso anno, saltare per intero la stagione europea sul rosso è stato davvero un duro smacco per lui, soprattutto in termini di classifica. Il toscano, dal suo canto, non ha patito gravissimi problemi, ma un infortunio muscolare (procurato a Madrid) gli ha imposto la rinuncia agli Internazionali d’Italia: il suo torneo preferito.
“Zeru tituli” e poche soddisfazioni
In tale scenario, inoltre, bisogna aggiungere che nessun giocatore nostrano, tantomeno quelli citati, è stato finora in grado di conquistare un titolo nel 2022. Ed è un dato che fa riflettere se pensiamo ai fasti del 2021. Un anno fa, a quest’ora, l’Italtennis annoverava nel suo bottino due successi (Sinner a Melbourne; Berrettini a Belgrado) e tanti altri risultati prestigiosi.
Qual è la causa?
Bene, noi non siamo degli esperti preparatori, dei fisioterapisti o membri specializzati di uno staff tecnico e atletico: non sappiamo quale sia l’origine delle tante sventure. La cattiva sorte? Può darsi. Ma dev’esserci qualcosa di più profondo a farle compagnia. E se fosse il troppo frenetico (per non dire folle) calendario?
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