Una situazione surreale. Non ci sono altri modi per definire il caos che si è venuto a creare a seguito della annunciata decisione di Atp e Wta di non calcolare i punti che verranno generati dai singoli tennisti che prenderanno parte al torneo di Wimbledon, in ottica ranking mondiale.
La presa di posizione, come è noto, è dovuta al fatto che i vertici del tennis mondiale non hanno condiviso nella maniera più assoluta la scelta degli organizzatori del torneo più antico e prestigioso del mondo – presa in accordo e sotto la pressione del governo britannico – di escludere dall’edizione 2022 tenniste e tennisti russi e bielorussi, come allineamento alle sanzioni imposte ai due Paesi a seguito dell’invasione russa in Ucraina.
Una decisione, quella di Wimbledon, che ha fatto enormemente discutere e che ha portato allo scontro finale con le istituzioni del tennis. Scontro finale che, a sua volta, ha partorito una rappresaglia che rischia di creare una serie infinita di problemi, polemiche e contestazioni.
In primis, vale la pena ricordare che Wimbledon – come tutti gli altri tornei del Grande Slam – non rientra sotto l’ala organizzativa di Atp e Wta, a differenza di tutti gli altri tornei del circuito professionistico. E già qui nasce il primo paradosso: per quanto riguarda, infatti, i tornei del Queen’s (Atp) e Eastbourne (Wta), anch’essi oggetto del ban nei confronti di russi e bielorussi, i punti verranno conteggiati.
Perché in questo caso sì e per Wimbledon no? La motivazione fornita, per cui nello stesso periodo dei tornei sopra citati – a differenza dei Championships – ci sono altri tornei a cui i tennisti possono prendere parte sembra un po’ debolina. “La decisione di Wimbledon di vietare ai giocatori russi e bielorussi di gareggiare nel Regno Unito quest’estate mina il principio di integrità del sistema di ranking Atp”, scrivono Atp e Wta nella loro nota.
Vero. Però verrebbe da dire che l’integrità del sistema viene comunque messa a repentaglio, semplicemente perché tutti gli altri tennisti e tenniste non potranno difendere i punti conquistati nell’edizione 2021 e le classifiche verranno letteralmente sconvolte. Novak Djokovic perderà duemila punti (e la testa del ranking), Matteo Berrettini mille e duecento, solo per citare i due finalisti.
Ma pensiamo ai semifinalisti, a quelli che, come Marton Fucsovics, sono arrivati ai quarti di finale e vedranno svanire centinaia di punti. L’ungherese è stato finora uno dei pochi ad esporsi pubblicamente: Secondo i suoi calcoli sprofonderebbe dalla posizione numero 60 alla 130. “Atp, ma siete seri?”, è il suo commento. Un pensiero condiviso da molti, sicuramente.
E per quanto riguarda i punti della Race, la classifica che determina gli otto partecipanti alle Atp Finals? Anche in questo caso i punti di Wimbledon non verranno considerati, ma così viene falsata l’intera stagione.
Ridurre il torneo più importante, famoso e seguito del mondo a poco più che un’esibizione potrebbe creare un precedente davvero pericoloso per il nostro sport. Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo giudicato sbagliata la decisione inglese all’origine. Ma deve esserci un’altra soluzione. Il tennis è uno sport seguito da centinaia di milioni di appassionati nel mondo. Per questo va trattato con cura.
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