Tra le certezze consegnateci dall’inizio di stagione 2022, c’è sicuramente quella che, dopo anni abbastanza bui, il tennis statunitense si sta preparando a tornare ai fasti di un tempo. Con 12 giocatori in top-100, infatti, il movimento stelle e strisce sembrerebbe pronto a riprendersi la scena trainato da Taylor Friz, Reilly Opelka e da altri giovani che stanno pian piano emergendo nel panorama mondiale.
La risalita degli States con Fritz a fare da trascinatore
Negli ultimi anni il tennis americano ha attraversato un periodo che, confrontato agli anni d’oro di McEnroe, Sampras, Agassi e compagni, potremmo definire di estrema crisi. Ma, da qualche mese a questa parte, il movimento statunitense sembrerebbe essere rifiorito ed in procinto di tornare ai fasti di un tempo.
A guidare la truppa stelle e strisce, c’è un sempre più maturo Taylor Fritz, decollato nel 2021 ed esploso definitivamente qualche settimana fa, col prestigioso trionfo al Master 1000 di Indian Wells, ottenuto battendo in finale Rafa Nadal. Il classe ’97 di San Diego era da tempo che cercava un exploit per consacrarsi nell’élite di questo sport. Adesso ci è riuscito, è salito al numero tredici al mondo e gli manca soltanto quel quid in più per essere ritenuto all’altezza dei top del circuito ATP.
A proposito di altezza, un altro che sta trainando il tennis è americano è sicuramente Reilly Opelka, gigante pari età di Fritz, che attualmente occupa la diciottesima posizione del ranking. Il bombardiere di St. Joseph ha vinto a febbraio il torneo di Dallas, superando in finale il connazionale classe 2000 numero 36 al mondo Jenson Booksby. Quest’ultimo, assieme a Sebastian Korda (41), è considerato uno dei giovani più promettenti in assoluto e gli ottavi conquistati a Miami e in California sono la prova a conferma di tale teoria.
Gli altri
E che dire di John Isner (27), Frances Tiafoe (30), Tommy Paul (34), Mackenzie McDonald (52), Marcos Giron (53), Maxime Cressy (70), Brandon Nakashima (77) e Denis Kudla? Tutti giocatori che ben conosciamo o che stiamo imparando a conoscere, con il solo Isner che supera i trent’anni d’età. Gli appassionati americani possono stare tranquilli: il futuro del tennis è anche loro.
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