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Una delle più grandi imprese della storia dello sport, forse la più grande

“Un mese e mezzo fa non sapevo se avrei potuto giocare ancora a tennis. Oggi sono qui, con questo trofeo. Senza dubbio è uno dei momenti più emozionanti della mia carriera. Queste settimane resteranno nel mio cuore per tutta la mia vita”. Così, pochi minuti dopo aver vinto il suo secondo Australian Open, lo Slam numero 21, ha parlato Rafael Nadal.

Parole che testimoniano la grandezza di un’impresa storica, uno dei momenti più incredibili della storia del tennis e dello sport in generale. Un vero e proprio capolavoro, sia per quanto riguarda le modalità con cui è maturata la vittoria, sia per quelle che erano le premesse con le quali il campione spagnolo approcciava al Major che, sulla carta, meno gli si addiceva.

E invece – complice l’assenza di Novak Djokovic che, occorre ricordarlo, se fosse stato presente avrebbe cambiato gli equilibri e che, però, ha deciso di tirarsi fuori dalla competizione – eccoci a narrare di una vittoria epica. Se guardiamo all’ultimo anno e mezzo, sembra impossibile che oggi scriviamo queste righe. Dal punto di vista fisico Nadal è stato vicino come non mai a ritirarsi dall’attività agonistica.

La partecipazione agli Australian Open è stata in dubbio fino all’ultimo. E anche quando si è avuta la certezza della sua partecipazione, nessuno credeva davvero ad una sua possibile vittoria a Melbourne, anche perché il cemento australiano non è mai stato particolarmente generoso con lui. E invece ha cominciato a macinare vittorie, già a partire dal torneo preparatorio, vinto in finale contro lo statunitense Cressy.

E poi le vittorie ai primi turni, il quarto di finale in cinque set contro Shapovalov (quello in cui ha perso quattro chili in quattro ore, come ha raccontato il suo coach Carlos Moya), la semifinale vinta d’autorità contro il nostro Berrettini e, infine, l’impresa assoluta in finale contro Medvedev, in cui è stato capace di recuperare da due set sotto (prima volta in una finale Slam nell’era Open) e di ribaltare un match che sembrava finito.

E così, a quasi 36 anni, è in cima all’olimpo del tennis. Ha staccato i suoi rivali di sempre e trarrà da questa vittoria nuova linfa vitale. La storia, evidentemente, non finisce qui. Fosse per noi, non dovrebbe finire mai.

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Stefano Cagelli

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