“Devo migliorare il mio tennis se voglio arrivare al livello di giocatori così. Questo è l’obiettivo della stagione. Migliorare il tennis in generale. Va bene, lui oggi ha giocato molto bene. Ma fisicamente devo lavorare, poi devo fare esperienza, devo saper fare più cose. Per battere giocatori di questo livello, quello che faccio ora non basta”. Parole e musica di Jannik Sinner, numero dieci del mondo.
Parole pronunciate una manciata di minuti dopo la netta sconfitta patita contro Stefanos Tsitsipas nei quarti di finale degli Australian Open 2022. Parole che dimostrano, se mai ve ne fosse ancora bisogno, il grado di maturità, consapevolezza e lucidità di questo ragazzo di vent’anni che parla come un veterano e che ha già portato a casa risultati che molti dei suddetti veterani neppure si sognano in un’intera carriera.
L’analisi della sconfitta è perfetta: “Ho provato a giocare sul suo rovescio, ma lui se la aspettava. Poi ho provato qualche volta ad andare in lungolinea di rovescio, forse dovevo farlo un po’ di più, ma lui trovava le giuste contromisure. C’è poco da dire. Ha giocato meglio lui e bisogna accettarlo. Questa partita mi fa capire che per arrivare a questo livello mi manca tanto. Bisogna accettarlo e si va avanti sperando di poter giocare tante altre partite importanti così contro i migliori del mondo. E se perderò nuovamente così, tornerò nuovamente a lavorare”.
Diciamolo subito, a scanso di equivoci: la sconfitta contro Tsitsipas, a dispetto di ciò che dicevano i bookmakers, ci stava, non possiamo certo parlare di risultato a sorpresa. Ma le modalità con le quali questa sconfitta è arrivata – con un dominio totale e incontrastato da parte del greco – non se le aspettava nessuno, forse neppure Sinner. E invece il numero 4 del mondo ha ribaltato le sensazioni della vigilia, che lo vedevano un po’ scarico e in difficoltà, e restituito un’immagine quasi sovrannaturale del suo livello di gioco.
Un livello contro il quale, bisogna essere onesti, il Sinner di oggi non è in grado di opporre resistenza. Certo, come ha riconosciuto lui stesso, avrebbe potuto servire meglio. Sarebbe potuto essere più efficace in risposta. Avrebbe potuto gestire meglio i momenti chiave del match. Ma al momento il miglior Stefanos è più forte del miglior Jannik, pochi dubbi. E per arrivare a questi livelli il ventenne italiano deve lavorare ancora a fondo.
Finora Sinner ha dimostrato di poter battere praticamente qualsiasi giocatore del circuito, anche tennisti con esperienza da vendere a una carriera di primo livello alle spalle. Ma per competere con i top player deve migliorare. In carriera finora, contro i Big Six (perdonate la semplificazione) ha vinto una volta contro Zverev e una proprio contro Tsitsipas. Entrambe le vittorie sono arrivate nel 2020, quando l’effetto sorpresa ha giocato un ruolo fondamentale. Nei restanti match contro i due appena citati e contro Djokovic, Nadal e Medvedev ha sempre perso (contro Federer non ha mai giocato).
Forse, ma lo diciamo senza alcuna accezione critica nei confronti del team che l’ha fatto crescere, ci vuole anche un cambio di passo a livello di preparazione tecnica, tattica e mentale, oltre che fisica. Il super-nome di cui si parla tanto potrebbe aiutare. A proposito, qual è questo nome? “Lo vedrete poi – risponde Sinner sornione in conferenza stampa – io lo so già. Io sono uno che vuole sempre migliorare. Quando vinco sono molto felice ma quando perdo voglio capire perché e ho subito il desiderio di andare in campo a provare le cose”. La mentalità è quella giusta, ma questo si sa.