Direttore Internazionali d’Italia durissimo con Djokovic. Le sue parole

Il direttore degli Internazionali d’Italia, Sergio Palmieri, è intervenuto durissimo sulla vicenda Novak Djokovic, affermando che il serbo non è un buon esempio per i giovani. Ci saranno ripercussioni sulla partecipazione del numero 1 del mondo a Roma?

Le durissime parole di Palmieri

Sergio Palmieri, direttore degli Internazionali d’Italia, è intervenuto molto duramente sulla vicenda Djokovic, attaccando direttamente il serbo in una recente intervista.

Non mi sarei comportato come il direttore degli Australian Open, se non altro nella fase pre-torneo, dove mi sembra che in qualche modo la direzione abbia favorito l’ingresso di Djokovic in Australia. La vicenda non poteva risolversi in modo positivo.

Novak è una persona assolutamente diversa da quella che può sembrare, con un carattere molto forte. Gli continuerei a dire, in un ipotetico incontro, di essere se stesso come lo è sempre stato, cercando di guardare un po’ avanti e non all’immediato. Credo che il suo futuro e quello del tennis siano due cose importanti che lui ha probabilmente sottovalutato.

Perdere la vetta del ranking? Un conto è perderla giocando e quindi venendo sopravanzati, ma perderla perché non si gioca lascia il tempo che trova. Questa vicenda può seriamente compromettere l’equilibrio mentale che un grande atleta deve assolutamente conservare.

La partecipazione agli Internazionali? Dipende innanzitutto da lui. Se si iscrive, noi dobbiamo stare alle regole. Se arrivano giocatori in regola, non abbiamo nessun motivo per non accettarli.

La sua personalità è questa, è un personaggio molto controverso. Si batte per delle cose in cui crede e rischia di persona. Il fatto che non è un esempio per i giovani, per quelli che si avvicinano al nostro sport, questo è assolutamente vero. Ciò è la differenza che poi noi constatiamo da quindici anni a questa parte dove, nonostante il valore tecnico e sportivo di Djokovic, non ha mai avvicinato la popolarità e la credibilità che hanno Nadal e Federer, che sono amati e rispettati nel mondo, non solo del tennis”.

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