A dieci giorni esatti dall’inizio degli Australian Open, è bufera nel mondo del tennis per la controversa vicenda riguardante Novak Djokovic. Il serbo si è visto negare l’ingresso in Australia a causa del mancato rispetto dei requisiti necessari per ottenere l’esenzione dal vaccino contro il Covid nel Paese d’oltreoceano. Attualmente, è “ospite” del Park Hotel di Carlton, in attesa che le autorità prendano una decisione finale.
Intanto a dire la sua riguardo la vicenda è stato Boris Becker, sei volte campione Slam nonché ex coach del numero uno al mondo.
Caso Djokovic-Australia, il pensiero di Boris Becker
Boris Becker ritiene che se Djokovic dovesse mantenere la sua posizione nei confronti del vaccino potrebbe avere difficoltà nel proseguimento della carriera: “I suoi punti di forza possono essere anche punti deboli. La stessa incredibile determinazione con cui gli ho visto vincere tante partite ravvicinate può essere una vulnerabilità con la sua testardaggine”.
Nell’intervista riportata da Adnkronos, l’ex tennista tedesco ha poi aggiunto: “È incredibilmente volitivo, con convinzioni molto ferme. Se non lo fa (il vaccino, ndr), tra 10 anni guarderà indietro e si renderà conto di aver commesso un errore. Non si tratta solo dell’Australia. Il fatto è che viviamo in un mondo diverso e per lui sarà molto difficile vivere la vita di un tennista professionista che viaggia senza vaccinazione. Quelle sono le regole, piaccia o no, e bisogna accettarle. Forse un giorno torneremo a una situazione più normale, ma a 34 anni non ha molto tempo per perseguire i suoi obiettivi”.
Infine, Becker ha voluto commentare l’attuale situazione di Nole:
“Come persona a lui affezionata, so che soffrirà. Rimarrà scioccato dal trattamento che sta ricevendo, in una stanza squallida con i suoi pasti spinti sotto la porta. Sarà tanto più sconcertante perché ama giocare in Australia e forse in nessuno stadio più della Rod Laver Arena”.
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