Siete sicuri di essere dei veri e propri fan del padel o siete solo degli appassionati del giovedì sera? Ecco le otto curiosità da conoscere dello sport del momento in Italia, ma non solo.
Le otto curiosità del padel
Il padel è diventato ormai un appuntamento fisso per molti italiani, non importa l’età o il livello di gioco. Lo sport con la pala, infatti, ha praticamente sostituito il calcetto come attività fisica infrasettimanale con gli amici.
Siete sicuri di conoscere tutto sul padel o vi considerate solo degli appassionati? Ecco le otto curiosità che possono rispondere a questa domanda. Se conoscevate già tutte le risposte, beh inutile dire che siete dei veri e propri fan dello sport con la pala.
Com’è nato?
Il padel, così come lo pratichiamo tutti i giorni, è nato in Messico nel 1969 grazie ad un’intuizione di Enrique Corcuera. L’imprenditore, infatti, voleva costruire un campo da tennis nel proprio giardino, ma non aveva abbastanza spazio. La soluzione? Un campo più piccolo con delle pareti per fare in modo di non dover andare a raccogliere la pallina in mezzo alla vegetazione.
Si può giocare da soli?
No, lo sport è pensato per giocare solamente in coppia. In singolo non è mai stato regolamentato.
Come funziona con i punti?
Il metodo di punteggio è lo stesso del tennis. In caso di parità si gioca il punto de oro, il corrispettivo del deciding point.
Le palline sono le stesse del tennis?
In questo caso c’è molta differenza. Le palline da padel sono depressurizzate e hanno una pressione di molto inferiore a quelle da tennis. Il rimbalzo, infatti, è molto più morbido e controllato.
Le racchette sono uguali?
No, le racchette sono completamente diverse tanto per peso quanto per forma. La racchetta da padel è molto più piccola e non ha le corde.
C’è un abbigliamento perfetto?
L’attrezzatura da padel può non essere uguale a quella da tennis. Le scarpe, per esempio, devono essere adatte a questo sport, mentre con le magliette e i calzoncini la linea di demarcazione è molto più sottile.
È uno sport olimpico?
Per ora no. In Italia è riconosciuto dal 2008 dal Coni, ma per arrivare alle Olimpiadi ci vuole molto tempo. Lo sport deve essere innanzitutto praticamente in almeno 75 nazioni di quattro continenti diversi ed essere (soprattutto) popolare. L’obiettivo è farlo diventare sport olimpico nel 2032.
Dove si gioca di più?
La Spagna, secondo uno studio del 2019, è la nazione con più campi del mondo, seguita da Argentina e Italia. Negli ultimi due anni, però, da noi si è vista un’enorme crescita e, molto probabilmente, ci siamo avvicinati molto al numero dei campi spagnoli.
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