Parigi, giugno 1976. Stava per andare in scena il Roland Garros e Adriano Panatta si era da poco laureato campione agli Internazionali d’Italia, battendo Guillermo Vilas in quattro set. Il popolo azzurro era già tanto entusiasta, ma ancora non sapeva che in quei giorni si sarebbe realizzata una delle più grandi imprese dello sport nostrano. La più grande in assoluto per quanto riguarda l’era Open.
L’inizio in salita che caricò Panatta – Un Adriano in netta fiducia prese parte al Roland Garros da quattordicesima forza del ranking e da ottava testa di serie. Il suo percorso iniziò il 2 giugno, subito in salita, contro Pavel Hutka, giocatore cecoslovacco molto insidioso. Panatta riuscì a batterlo non senza difficoltà, annullandogli un match point durante un quinto set al cardiopalma, grazie anche alla sua famosa “veronica”. Fu la svolta dell’intero torneo. Già, perché poi fu certamente più facile per lui superare successivamente Jun Kuki (giapponese) in tre parziali, e Jiří Hřebec (cecoslovacco) e Zeljko Franulovic (slavo) in quattro. Tutta benzina ad ardere su un fuoco già bello pimpante.
Borg e Dibbs, partite storiche – Ai quarti di finale, una sfida quasi proibitiva per Adriano: il leggendario Björn Borg, numero tre del mondo, prima testa di serie, nonché campione in carica del torneo. Ice Man era reduce da 18 vittorie consecutive a Parigi, dove aveva perso soltanto una volta in carriera. Panatta, alla fine, si impose in quattro set. Fu la sua sesta e ultima vittoria sul campione svedese, che aprì le porte alla sua migliore partita sulla terra rossa (per ammissione dello stesso Panatta). Il romano, infatti, poche ore dopo schiacciò perentoriamente Eddie Dibbs: tre set in scioltezza per approdare alla sua unica finale Slam. Fu il primo italiano ad aver realizzato quest’impresa nell’era Open.
La finale – Quel 13 giugno, Panatta si presentò al mondo da giocatore più forte in assoluto sulla terra rossa. Dinanzi a lui c’era Harold Solomon. Adriano, dopo l’abbandono dell’americano per proteste ai quarti di finale di Roma, riuscì a dare una racchettata alle polemiche: 6-1, 6-4, 4-6, 7-6(3) il punteggio finale, ottenuto dispensando qualità tecniche sopraffine nonostante un calo nel terzo set e la voglia di rivalsa dello statunitense. L’apoteosi di uno stato mentale e fisico senza precedenti. Il trionfo di uno dei talenti più cristallini del tennis azzurro.
Panatta nella storia dell’Italtennis – Ad oggi, la vittoria di Panatta a Parigi resta l’unico successo di un italiano in un Major. Soltanto Berrettini, lo scorso luglio, ci è andato molto vicino a Wimbledon contro Novak Djokovic. Quello scritto da Adriano è un pezzo di storia che è valso la pena raccontare. Siamo fiduciosi, molto, che presto sarà possibile fare lo stesso con i vari esponenti contemporanei.
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