Manolo Santana per noi vecchi appassionati significa Nicola Pietrangeli. Come Monzon per Benvenuti. La bestia nera del nostro idolo.
Se n’è andato, Santana, a 83 anni, grandissimo tennista degli anni Sessanta e, appunto, avversario storico di Nick, che sconfisse due volte al Roland Garros in epiche finali, nel 1961 e nel 1964, e il nostro campione aveva vinto nel ‘59 e nel ‘60 incantando Parigi con il suo bel gioco fatto di precisione e grandi giocate di volo.
Ma Manolo era forse più completo di Nick, forte in tutto, con quello spirito battagliero tipico degli spagnoli che si vedrà poco più tardi in Manolo Orantes e – siamo ai giorni nostri – in Rafa Nadal. Santana dimostrò di essere molto bravo anche sull’erba, vincendo a Wimbledon nel ‘66 (nostro sfocatissimo ricordo di bambini) contro l’americano Ralston in tre set: uno spagnolo abituato alla terra rossa si imponeva sul verde di Wimbledon, territorio di caccia di australiani e americani!
Non riuscì a vincere la Davis, due volte in finale la sua Spagna perse contro la fortissima Australia di quei tempi. Ma tornando alla rivalità con Pietrangeli, c’è da dire che gli estenuanti duelli in campo lasciarono poi spazio ad una grandissima amicizia, secondo un dettame di un’epoca che non c’è più.
Un grande campione, Manolo Santana, un eroe del nostro sport.
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