Tra i tanti azzurri che stanno portando alto il tricolore in giro per il mondo, c’è anche Andrea Vavassori. Il classe 1995 torinese, nel corso del 2021, ha ottenuto grandi vittorie in doppio, su tutte quella al Sardegna Open, e belle soddisfazioni in singolare, come l’esordio nel main draw di un torneo ATP a Stoccolma. Tali risultati gli sono valsi rispettivamente la 69esima e la 262esima posizione nelle graduatorie mondiali. Ma Andrea non ha intenzione di fermarsi proprio ora…
Di questo e di tanto altro ne ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni. Di seguito l’intervista.
L’intervista ad Andrea Vavassori
Ciao Andrea, come stai?
“Tutto bene grazie. Un po’ stanco ma…”
Ma ti sta girando alla grande ultimamente…
“Sì, sto giocando tante buone partite. È stata una bella settimana anche questa (la scorsa, ndr) a Bari. Sono molto soddisfatto del finale di stagione. Non sono andato agli US Open in doppio, ma ho avuto la chance di giocare di più in singolare”.
E l’hai sfruttata bene
“C’è stato il tempo per disputare diversi Challenger, in cui ha battuto ottimi giocatori, ottenendo così un quarto di finale e una semifinale. Anche in Bundesliga ho fatto molto bene, ho sconfitto gente come Collarini e Kopriva. Da lì in poi ho assunto sempre più fiducia, maturando un certa solidità che non ho esitato a mostrare nei momenti più difficili delle partite. Ho trovato la chiave per restare attaccato al match fino alla fine. Ho cominciato a vincere sul filo del rasoio, come ad esempio è capitato a Stoccolma quando ho annullato tre match point a Milojević e quando poi successivamente ho portato a casa il duro incontro con Serdarušić”.
Il miglioramento quindi non è stato tecnico bensì mentale?
“Sì, diciamo che ho iniziato a vincere partite che una volta magari avrei perso. Alcune le ho vinte dopo che avevo perso il primo set. E questo è un ottimo dato. Soprattutto dal punto di vista della tenuta mentale. Ho imparato ad essere presente su tutti i punti o quasi. So cosa fare nei momenti complicati e so come gestire un punteggio favorevole”.
Era un qualcosa su cui stavi già lavorando da tempo?
“Secondo me ho fatto un grande balzo in avanti perché ho sempre lavorato non solo sul doppio ma anche sul singolare. Ho solo aspettato il mio momento e ho colto le occasioni che mi si sono presentate. Già all’inizio avevo giocato delle buone partite nelle qualificazioni di alcuni tornei ATP, come a Bastad, contro Martin Andrej, e a Gstaad, contro Zuk. Già all’epoca stavo esprimendo un alto livello di tennis”.
Quanto aiuta il doppio per migliorare nel singolare?
“Secondo me quella del doppio e quella del singolare sono due strade che possono essere percorse contemporaneamente. Si aiutano a vicenda. A me mi ha sempre aiutato di più il doppio, perché in questa categoria ho alzato il livello prima che in singolare. Senza dubbio aver disputato una stagione intera a livello ATP in doppio mi ha fatto salire sia in consapevolezza che a livello di gioco”.
Dustin Brown, che personaggio è?
“Abbiamo stretto un bel legame a livello umano. Siamo diventati molto amici, mi ha dato una grande mano anche per il singolo. Mi ha seguito, ha fatto il tifo per me ed abbiamo giocato nella stessa squadra in Bundesliga, trascorrendo parecchio tempo assieme fuori dal campo. Adesso ci sentiamo quotidianamente, lui mi dà consigli. Sono contento, il fatto che una figura come Dustin abbia creduto tanto in me mi ha dato una bella iniezione di fiducia. Poi, vabbé, insieme abbiamo raggiunto ottimi risultati, conquistando due titoli e una finale. Sono risultati di rilievo se si considera che abbiamo fatto coppia solo in quattro tornei”.
Gli Australian Open, sei lì lì per accedere alle quali in singolare…
“Eh, se avessi vinto oggi (domenica, ndr) sarebbe stato ufficiale. Adesso dovrò ottenere un altro paio di buoni risultati nei prossimi tornei. Attualmente sono 262. Mi toccherà spingere forte, visto che ho ancora l’opportunità di guadagnarmelo di diritto questo posto. Poi c’è da considerare che forse ci sarà qualche defezione dell’ultimo momento per la questione del vaccino obbligatorio…”.
Gli obiettivi per il 2022?
“L’obiettivo è quello di riuscire ad organizzare una buona programmazione affinché possa esprimermi al meglio. In doppio vorrei riuscire ad entrare nella top-40 il prima possibile, così da poter poi giocare i Masters 1000. In singolare, invece, vorrei posizionarmi in pianta stabile tra i primi 220 per poi andare all’assalto della top-200. Questo risultato passerà dallo giocare tante partite in singolare, sperando più possibile nelle qualificazioni dei tornei ATP e degli Slam”.
Ci salutiamo ricordando il tuo primo trionfo a livello ATP assieme a Sonego al Sardegna Open?
“Io e Lorenzo siamo grandi amici, ci conosciamo sin da piccoli. Abbiamo fatto tutta la trafila assieme iniziando dai tornei regionali juniores. Lui è stato bravissimo, è riuscito a bruciare le tappe e a sbocciare il volo appena dopo i vent’anni. Abbiamo giocato in doppio spesso e volentieri, soprattutto a inizio anno, quando siamo riusciti a combinare bene le nostre programmazioni. In Sardegna è stata una gioia grandissima. Mi sono emozionato alla fine. Pensare di aver vinto un ATP, con lui, in quel modo, contro i fortissimi Bolelli e Molteni… È stata veramente una grande gioia!”.
E noi ti auguriamo che ne possano arrivarne tante altre ancora. Grazie mille Andrea!
“Grazie a voi, buona serata!”.
a cura di Giuseppe Canetti
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