Matteo Berrettini ha confermato negli scorsi giorni che il suo infortunio è grave e sarà costretto a saltare la Coppa Davis. In una recente intervista con La Repubblica, il dottor Arturo Guarino, direttore della Traumatologia Sportiva dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano, ha voluto analizzare la situazione.
Vi riportiamo alcune delle domande e delle risposte più significative della bella intervista fatta dai colleghi de La Repubblica.
“Il cambio di direzione della pallina è diventato sempre più importante e, per infliggere il movimento rotazionale con una maggiore potenza, sono necessari i muscoli obliqui dell’addome che, quindi, diventano più soggetti a infortunio”.
Dottore, la sua è una analisi tecnica.
“Oh, non entro in questo ambito. Rilevo soltanto che i gesti sono cambiati, nel senso di movimenti fisiologici”.
Ma i tennisti non sono più allenati?
“Certo, ma paradossalmente la maggiore fisicità, quindi potenza, porta anche a un maggiore stress per alcuni muscoli, in questo caso gli obliqui”.
Cioè quello che è accaduto a Matteo Berrettini.
“Immagino un dolore immediato, acuto, trafittivo e invalidante: questo percepisce chi subisce una lesione del muscolo obliquo dell’addome. Poi, a seconda dell’entità del danno, è possibile che compaiano anche spasmi muscolari a seguito della lesione. Per cui il paziente si accorge immediatamente che qualcosa di grave è accaduto”.
Quindi ha fatto bene a fermarsi, Matteo.
“Sì, continuare a giocare, anche se il dolore è sopportabile o sotto controllo farmacologicamente, è sconsigliato. Solo il riposo può guarirlo”.
Nella storia del tennis siamo dunque passati dalle lesioni del retto addominale ai problemi dei muscoli obliqui.
“La spiegazione sta nella ricerca di una anticipazione dell’impatto della racchetta sulla pallina: la rotazione massima del tronco, a bacino pressoché fermo, esaspera gli obliqui che possono andare incontro da banale dolenzia fino a vere e proprie lacerazioni”.
Cosa direbbe a Berrettini, fosse un suo paziente?
“Lo diciamo teoricamente: dopo l’ecografia in prima istanza e la risonanza magnetica è presumibile un periodo di riposo assoluto di 2/5 settimane. La cicatrizzazione della lesione, infatti, ha dei tempi biologici che prescindono dall’essere più o meno uno sportivo. Magari evitando sforzi, perfino lo stare eretto. Meglio disteso il più possibile”.
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