C’è stato un solo momento in tutta la partita contro Jannik Sinner in cui Daniil Medvedev si è comportato sul campo da (quasi) numero uno del mondo: è stato quando, sul 5-4 nel terzo set, sotto 40-0, ha concesso il punto al giovane italiano dopo una chiamata sbagliata del giudice di linea.
Un gesto che è stato riconosciuto e apprezzato dall’avversario e dal pubblico, fin troppo corretti con lui per ciò che ha fatto vedere nel resto dell’incontro.
Un mix di arroganza, maleducazione e follia che ha destabilizzato Sinner nel momento più importante del match, condizionandolo quando era avanti di un break nell’ultimo e decisivo set (perso al tie-break, dopo aver recuperato, sempre al tie-break un primo set in cui era stato annichilito 6-0 dal russo).
Tra i tanti gesti provocatori di Medvedev – che sul 4-2 Sinner nel terzo set si è lasciato andare ad una condotta di gioco completamente sconsiderata – il peggiore in assoluto è stato quando ad un cambio campo ha portato la mano alla bocca come se stesse simulando uno sbadiglio. Come per dire: non agitatevi tanto, io sono il numero due del mondo e questa partita non conta nulla.
Un gesto sicuramente diretto più al pubblico (che, lo ripetiamo, è stato fin troppo corretto con lui) che all’avversario, ma che ha finito, come tutti gli altri, per condizionarne le prestazioni. Una mancanza di rispetto totale e ingiustificata, non all’altezza dello straordinario giocatore che Medvedev è e che tutti riconosciamo.
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