Giampiero Galeazzi, morto oggi a 75 anni, passerà alla storia del giornalismo televisivo per la memorabile cronaca della vittoria dei fratelli Abbagnale alle Olimpiadi di Seul, 1988, ancora oggi a risentirla fa venire i brividi, o per il calcio, la Domenica sportiva, le tante apparizioni in tv.
Ma Galeazzi per noi giovani degli anni Settanta era la voce del tennis, quando il tennis era sulla Rai, dunque in un momento d’oro per il nostro sport, gli anni di Panatta, Borg, McEnroe, Vilas, Connors e tutti gli altri della banda.
“Bisteccone” aveva preso il posto del compassato Guido Oddo, la prima voce del tennis, un gran signore – ottimo tennista dilettante – che impersonava il tennis classico, di quando ci si vestiva tutti di bianco e al bar del Foro Italico si prendeva un Martini.
Con Galeazzi invece si entrava in un tennis più sanguigno, meno british, dove s’imponeva la forza dei personaggi-tennisti. E lui accompagnava le bordate di un Borg con la sua voce un poco arrochita, alla fine del match raggiungeva lo svedese esausto dopo ore di battaglia e sapeva “costringerlo” a dare qualche risposta.
Nessuno gli resisteva. Dopo una bellissima vittoria non ricordo più contro chi scese in campo dicendo a Panatta: «Adriano, ma non hai esagerato oggi?». Un grande cronista.
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