Matteo Berrettini, quando cominciò a muovere i suoi primi passi al Circolo della Corte dei Conti di Roma e poi al Canottieri Aniene, non si aspettava di arrivare dove è oggi. Lo sognava, certo, come tutti i ragazzini, ma non nasceva con le stimmate del predestinato.
E invece, a 25 anni, può già essere considerato uno dei migliori tennisti italiani di tutti i tempi, capace di vincere già cinque tornei in carriera (di cui un prestigioso 500 sull’erba del Queen’s), di centrare la finale di Wimbledon (unico italiano nella storia del tennis, sia a livello maschile che femminile) e di qualificarsi per due volte (2019 e 2021) per le Atp Finals.
Anche da questo punto di vista stiamo parlando di un unicum: è il terzo italiano di sempre a riuscire nell’impresa di arrivare all’atto conclusivo della stagione (dopo Panatta e Barazzutti) ma è stato l’unico, finora, a centrare la qualificazione per due volte. Se riuscisse a vincere uno Slam, potremmo già parlare del miglior azzurro di sempre, forse solo al pari di Panatta e appena dietro la leggenda Pietrangeli.
Sicuramente possiamo già dire che si tratta del numero uno italiano in assoluto se consideriamo un fondamentale e una superficie in particolare. Nessuno ha mai avuto, neppure lontanamente, il suo servizio, nessuno ha mai giocato ai suoi livelli sull’erba, superficie sulla quale riesce ad esprimere il meglio per quelli che sono il suo gioco e le sue caratteristiche.
In attesa di Sinner e della carica dei nuovi Next Gen azzurri, quindi, teniamoci stretto Matteo Berrettini, che è stato più forte anche delle critiche e dello scetticismo che hanno accompagnato i primi anni della sua carriera.
Ora, nel pieno della sua maturità tennistica, sarà interessante vedere come andrà alla Finals di Torino. Fisicamente non è al meglio (e purtroppo questo è un suo problema ricorrente), ma giocherà con il supporto del pubblico e, a differenza di due anni fa, non è più la “Cenerentola” del gruppo.
Nel 2019, a Londra, era chiaramente l’ottavo dietro Djokovic, Federer, Nadal, Medvedev, Thiem, Zverev e Tsitsipas (che poi vinse quell’edizione). Quest’anno, sulla carta, parte dietro solo a Nole, Daniil e Sascha. Il greco non sta bene (un suo eventuale forfait aprirebbe la strada alla partecipazione di Sinner), con Rublev se la gioca alla pari e parte davanti ai due debuttanti, il norvegese Casper Ruud e il polacco Hubert Hurkacz.
Vedremo come andrà, ma sicuramente possiamo già dire che Matteo non parte battuto e che, in ogni caso, sarà una grande festa per il tennis italiano.
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