A cura di Giuseppe Canetti
Dopo il trionfo a Roma dello scorso aprile, Andrea Pellegrino è tornato grande protagonista del circuito Challenger ottenendo due finali nel giro di una settimana, a Lisbona e Napoli. Queste ottime prestazioni lo hanno portato alla posizione 228 del ranking ATP e lasciano ben sperare per il futuro. Il classe 1997 di Bisceglie, infatti, è potenzialmente uno di quelli che potrebbero arrivare molto più in alto.
Di questo e di tanto altro il diretto interessato ne ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni. Di seguito l’intervista.
Ciao Andrea come stai?
“Bene, anche se ho riposato poco perché dopo i vari tornei ho giocato anche la Serie A”.
Se ti guardi indietro quanta strada hai fatto nel mondo del tennis…
“Se mi guardo indietro vedo un bambino che ha iniziato a giocare a tennis all’età di tre anni. Ho mosso i miei primi passi in questo sport con mio padre, che è un maestro di tennis. Poi a quattordici anni sono andato ad allenarmi sotto la guida di Michelangelo Dell’Edera in un accademia a Bari. Sono stato lì un anno e mezzo prima di passare al Tirrenia, dove ho trascorso sei anni. Quindi ho fatto un altro anno a Roma e infine sono tornato a casa”.
Quando hai capito che ce l’avresti fatta?
“Verso i sedici o diciassette anni. Avevo già iniziato a vincere i primi tornei e presi la scelta di provare a fare il giocatore professionista. Ora, però, la strada è ancora lunga…”.
Parliamo del tuo 2021, sei soddisfatto dei risultati ottenuti?
“Diciamo che mi sono allenato bene a partire dal finale del 2020. Anche a inizio stagione mi sentivo fiducioso per i risultati che potevo raggiungere. La cosa che sto cercando di migliorare è la continuità di risultato. Ho vinto un torneo e ho fatto due finali, però vorrei cercare di trovare una costanza maggiore. Questo è un po’ quello che mi manca e che potrebbe permettermi di avere una classifica molto più avanzata”.
Il livello ormai è altissimo, sono i piccoli dettagli a fare la differenza…
“Il livello del tennis è lo stesso per tutti. Poi c’è chi gioca un po’ meglio e chi gioca un po’ peggio, ma c’è tanta gente che è 50 al mondo e magari ha meno qualità tennistiche di uno che è 150 al mondo. Il fattore determinante è proprio quello della continuità, perché la classifica si costruisce in 12 mesi e non in 4 settimane. Chi riesce a mantenere il livello per più tempo è colui che riesce a salire in classifica”.
Sembra che tu sia pronto al grande salto. Come è avvenuto questo cambio passo?
“Sono migliorato nella gestione delle partite, in campo sono più tranquillo, ho meno alti e bassi e riesco ad esprimere ad il mio tennis per più tempo rispetto a prima. Però sono convinto che ancora non metto a frutto tutto il mio potenziale. Quindi sono certo che lavorando sodo potrò ottenere risultati migliori”.
Chi ti ha colpito a Napoli delle Next Gen?
“Cobolli, secondo me, è un ragazzo che gioca molto bene. Mi piacciono anche il suo atteggiamento, la sua attitudine e il suo carattere. Ha le palle, non ha paura quando è in campo. Poi in Italia abbiamo tanti giocatori giovani di alto profilo, penso anche a Zeppieri, che quest’anno ha vinto un Challenger e sta giocando ad un ottimo livello. Per non parlare di quelli che sono già al top come Musetti e Sinner. Sono dei predestinati. Hanno delle grandissime qualità, supportate da un testa molto forte per l’età che hanno”.
Ma è vera questa voce che sei un po’ distratto dalle donne?
“Io? (ride, ndr) In passato ho avuto qualche distrazione, ora un po’ meno”.
Djokovic, Federer e Nadal chi preferisci?
“In assoluto preferisco Federer. Ma diciamo che c’è qualcosa che mi piace in ognuno di questi. Si può solo imparare da loro”.
Dunque è inutile cercare un GOAT?
“È una cazzata di cui parlano gli appassionati. Non penso che loro siano preoccupati o gareggino per questo”.
Obiettivo scalare la classifica. Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
“Mi allenerò per una ventina di giorni. Poi credo che giocherò i miei ultimi tre tornei dell’anno sul cemento indoor. Non c’è molto altro tempo, visto che 19 dicembre iniziano le quali per gli Australian Open”.
Quali sono i tuoi propositi per la stagione 2022?
“Ancora non ci ho pensato, perché tocca prima finire il 2021. Credo che posso fare ancora buone cose. Poi, in base a come si mette, mi porrò gli obiettivi per il prossimo anno”.
Allora in bocca al lupo Andrea, grazie ancora per la tua disponibilità!
“Grazie a voi, a presto!”.
A cura di Giuseppe Canetti
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