“Sinner e Musetti? Predestinati. Cobolli? Un tennista con le palle. E io…”. Andrea Pellegrino a tutto campo

Dopo il trionfo a Roma dello scorso aprile, Andrea Pellegrino è tornato grande protagonista del circuito Challenger ottenendo due finali nel giro di una settimana, a Lisbona e Napoli. Queste ottime prestazioni lo hanno portato alla posizione 228 del ranking ATP e lasciano ben sperare per il futuro. Il classe 1997 di Bisceglie, infatti, è potenzialmente uno di quelli che potrebbero arrivare molto più in alto.

Di questo e di tanto altro il diretto interessato ne ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni. Di seguito l’intervista.

L’intervista ad Andrea Pellegrino

Ciao Andrea come stai?

“Bene, anche se ho riposato poco perché dopo i vari tornei ho giocato anche la Serie A”.

Se ti guardi indietro quanta strada hai fatto nel mondo del tennis…

“Se mi guardo indietro vedo un bambino che ha iniziato a giocare a tennis all’età di tre anni. Ho mosso i miei primi passi in questo sport con mio padre, che è un maestro di tennis. Poi a quattordici anni sono andato ad allenarmi sotto la guida di Michelangelo Dell’Edera in un accademia a Bari. Sono stato lì un anno e mezzo prima di passare al Tirrenia, dove ho trascorso sei anni. Quindi ho fatto un altro anno a Roma e infine sono tornato a casa”.

Quando hai capito che ce l’avresti fatta?

“Verso i sedici o diciassette anni. Avevo già iniziato a vincere i primi tornei e presi la scelta di provare a fare il giocatore professionista. Ora, però, la strada è ancora lunga…”.

Parliamo del tuo 2021, sei soddisfatto dei risultati ottenuti?

“Diciamo che mi sono allenato bene a partire dal finale del 2020. Anche a inizio stagione mi sentivo fiducioso per i risultati che potevo raggiungere. La cosa che sto cercando di migliorare è la continuità di risultato. Ho vinto un torneo e ho fatto due finali, però vorrei cercare di trovare una costanza maggiore. Questo è un po’ quello che mi manca e che potrebbe permettermi di avere una classifica molto più avanzata”.

Il livello ormai è altissimo, sono i piccoli dettagli a fare la differenza…

“Il livello del tennis è lo stesso per tutti. Poi c’è chi gioca un po’ meglio e chi gioca un po’ peggio, ma c’è tanta gente che è 50 al mondo e magari ha meno qualità tennistiche di uno che è 150 al mondo. Il fattore determinante è proprio quello della continuità, perché la classifica si costruisce in 12 mesi e non in 4 settimane. Chi riesce a mantenere il livello per più tempo è colui che riesce a salire in classifica”.

Sembra che tu sia pronto al grande salto. Come è avvenuto questo cambio passo?

“Sono migliorato nella gestione delle partite, in campo sono più tranquillo, ho meno alti e bassi e riesco ad esprimere ad il mio tennis per più tempo rispetto a prima. Però sono convinto che ancora non metto a frutto tutto il mio potenziale. Quindi sono certo che lavorando sodo potrò ottenere risultati migliori”.

Chi ti ha colpito a Napoli delle Next Gen?

“Cobolli, secondo me, è un ragazzo che gioca molto bene. Mi piacciono anche il suo atteggiamento, la sua attitudine e il suo carattere. Ha le palle, non ha paura quando è in campo. Poi in Italia abbiamo tanti giocatori giovani di alto profilo, penso anche a Zeppieri, che quest’anno ha vinto un Challenger e sta giocando ad un ottimo livello. Per non parlare di quelli che sono già al top come Musetti e Sinner. Sono dei predestinati. Hanno delle grandissime qualità, supportate da un testa molto forte per l’età che hanno”.

Ma è vera questa voce che sei un po’ distratto dalle donne?

“Io? (ride, ndr) In passato ho avuto qualche distrazione, ora un po’ meno”.

Djokovic, Federer e Nadal chi preferisci?

“In assoluto preferisco Federer. Ma diciamo che c’è qualcosa che mi piace in ognuno di questi. Si può solo imparare da loro”.

Dunque è inutile cercare un GOAT?

“È una cazzata di cui parlano gli appassionati. Non penso che loro siano preoccupati o gareggino per questo”.

Obiettivo scalare la classifica. Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

“Mi allenerò per una ventina di giorni. Poi credo che giocherò i miei ultimi tre tornei dell’anno sul cemento indoor. Non c’è molto altro tempo, visto che 19 dicembre iniziano le quali per gli Australian Open”.

Quali sono i tuoi propositi per la stagione 2022?

“Ancora non ci ho pensato, perché tocca prima finire il 2021. Credo che posso fare ancora buone cose. Poi, in base a come si mette, mi porrò gli obiettivi per il prossimo anno”.

Allora in bocca al lupo Andrea, grazie ancora per la tua disponibilità!

“Grazie a voi, a presto!”.

A cura di Giuseppe Canetti

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