Negli scorsi giorni, la Women’s Tennis Associations ha comunicato ufficialmente che le WTA Finals andranno in scena a Guadalajara, e non a Shenzhen come previsto, per motivi legati alla pandemia. A partire dal 2022 e fino al 2030, invece, l’evento tornerà a disputarsi nella città cinese. Queste le parole di Steve Simon (CEO e presidente del circuito femminile) a riguardo:
“Vorrei manifestare il mio apprezzamento agli organizzatori del torneo di Guadalajara e Octagon per l’impegno nell’ospitare le Wta Finals in questa stagione. Vorrei anche esprimere la mia gratitudine alla Gemdale Corporation di Shenzhen per la cooperazione: non vediamo l’ora di tornare in Cina nel 2022 per goderci le finali WTA del prossimo decennio”.
Tuttavia, molte protagoniste (e protagonisti) del Circus non hanno accolto tale decisione con lo stesso entusiasmo.
La scelta presa dalla WTA ha ricevuto diverse critiche negative da parte delle giocatrici e degli addetti ai lavori. In particolare, Craig Tyzzer, coach di Ashleigh Barty, ha espresso tutta la sua perplessità in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Reuters:
“Il torneo si giocherà in Messico, a 1500 metri sul livello del mare con palle meno pressurizzate, che se usate in condizioni normali non rimbalzano. Non si è mai giocato in condizioni del genere e penso sia ridicolo. Sarà uno spettacolo terrificante. Ci era stato detto che il torneo si sarebbe giocato a Hong Kong, poi a Praga e di colpo spunta fuori che sarà a Guadalajara. Sembra quasi fosse l’ultima spiaggia, non mi convince come scelta per promuovere le migliori giocatrici al mondo, per lo show finale tra le prime otto” .
Tyzzer ha anche aperto a un possibile forfait dell’australiana numero uno al mondo:
“Dovremo sederci e riflettere sulla scelta da prendere”.
La riflessione riguarderà anche l’organizzazione degli spostamenti e il periodo di quarantena. I due, infatti, dovrebbero pianificare dei lunghi viaggi e, per le normative anti-Covid vigenti, sarebbero obbligati ad osservare 14 giorni di isolamento prima di poter circolare liberamente nel proprio Paese.
Staremo a vedere come andrà a finire. Senza Ash che Finals sarebbero?
Noi, pur comprendendo le difficoltà dei diretti interessati, ci sentiamo di spezzare una lancia a favore di chi, durante questi difficili mesi, ha fatto di tutto per mantenere in piedi il sistema nonostante l’ingarbugliata e diversificata situazione in giro per il Mondo.
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