Era il 19 giugno 2019 quando Juan Martin Del Potro giocava (e vinceva) il suo ultimo match prima di incappare nell’ennesimo infortunio. Guaio che lo ha costretto allo stop per più di due anni. Una carriera maledetta, “costellata” da tanti (troppi) interventi chirurgici. Una via crucis.
Novembre 2008: distrazione muscolare all’adduttore destro nel corso del match contro Feliciano Lopez in finale di Coppa Davis.
Gennaio 2010: primo infortunio grave. Durante l’Australian Open, comincia a sentire dolore al polso destro. Dopo alcuni mesi di stop, si opera e gioca appena due partite nel resto della stagione.
Maggio 2011: strappo al retto femorale sinistro.
Novembre 2011: si ritira dal Masters 1000 di Parigi-Bercy per una lesione alla spalla.
Maggio 2012: durante il Roland Garros si infortuna al ginocchio sinistro, ma continua a giocare fino ai quarti di Wimbledon.
Agosto 2012: a Cincinnati, infortunio al polso sinistro.
Settembre 2012: lesione alla fibrocartilagine triangolare del polso sinistro.
Febbraio 2014: il polso sinistro continua a fare le bizze e dunque Del Potro sceglie di operarsi.
Gennaio 2015: decide di sottoporsi ad una nuova operazione, sempre al polso sinistro.
Giugno 2015: si opera per la terza volta al polso sinistro. Rientrerà a Delray Beach nel 2016, dopo quasi un anno di assenza.
Ottobre 2017: durante il Masters 1000 di Shanghai, cade e sbatte il polso sinistro. Riposo di qualche giorno.
Maggio 2018: strappo di grado uno all’adduttore destro durante gli Internazionali di Roma.
Ottobre 2018: durante l’incontro contro Borna Coric a Shanghai, cade e si frattura la rotula. Torna dopo 130 giorni circa a Delray Beach.
Marzo 2019: il ginocchio scricchiola ancora e lo costringe a saltare Acapulco, Indian Wells e Miami.
Gennaio 2020: nuova operazione al ginocchio.
Tuttavia, Juan Martin del Potro si sta riprendendo lentamente e, da un paio di mesi, è tornato ad allenarsi. Prima con la cavigliera e in seguito senza. Una buona notizia che scalda il cuore.
Già, perché Juan Martin ha vinto gli US Open battendo Roger Federer e Rafa Nadal. Perché, durante la sua carriera, ha conquistato la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici nel 2012 e, successivamente, la medaglia d’argento ai Giochi Olimpici nel 2016. Perché Juan Martin incarna in pieno il ruolo di “eroe sfortunato”, quello che non godrà mai troppo dei suoi successi. Quello che sempre incontrerà più dolore che gioia.
Pertanto, ora che l’argentino è quasi pronto al rientro in campo, non resta che fare il tifo per lui. Lunga vita a Del Potro, il gigante di vetro che ha scritto grandi pagine di questo sport. Sarà fantastico vederlo gareggiare ancora una volta nel Tour. Comunque vada.
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