Com’è difficile vivere in tempi in cui i social dominano il dibattito pubblico e, con l’aiuto spesso tutt’altro che disinteressato dei media “tradizionali”, lo avvelenano, lo mistificano, lo banalizzano e spesso lo fanno diventare un’arma di distrazione di massa (quando va bene) o di distruzione di massa (quando va male).
Quanto successo a Tokyo con Novak Djokovic è assolutamente paradigmatico. La missione olimpica, lo sappiamo, non è andata bene per Nole. Il sogno di portare a compimento il Calendar Golden Slam – impresa finora riuscita solo a Steffi Graf – è stato riposto nel cassetto, in attesa di verificare la possibilità di tiralo fuori di nuovo tra tre anni a Parigi.
Ma lo strascico di polemiche che sono seguite alla sua eliminazione è stato davvero sproporzionato. Sì, è vero, specialmente nella finale per il terzo e quarto posto persa contro Pablo Carreno Busta il serbo ha fatto vedere scatti di nervosismo che non si addicono ad un numero uno con la sua storia, ma quanto si è visto sulle bacheche degli appassionati di mezzo mondo è stato oggettivamente uno spettacolo indegno.
Anche perché alimentato ad arte da un’interpretazione volutamente equivoca e forzata di una risposta che Djokovic ha dato in conferenza stampa ad una precisa domanda rivoltagli da un cronista al termine del terzo turno. “Come riesci a gestire la tensione legata al fatto di dover vincere per forza l’oro olimpico per raggiungere il suo grande obiettivo?“, è stato chiesto al numero uno del mondo.
“La pressione è un privilegio, senza pressione non c’è sport professionistico“, è stata la risposta di Djokovic, che ha aggiunto: “Se vuoi restare al top, bisogna imparare a gestire le pressione, ad avere a che fare con questi momenti, sia sul campo, sia fuori da campo, con tutte le aspettative che ci sono”. Una risposta innocua, quasi ovvia.
Apriti cielo! Le sue parole sono diventate per i media un attacco diretto nei confronti di Simone Biles – che proprio in quei giorni decideva di ritirarsi dalle sue gare olimpiche per troppa pressione – e di Naomi Osaka, che ormai da mesi è al centro di una bufera legata alla sua dichiarata insofferenza nei confronti delle aspettative concentratesi su di lei.
Nella galleria degli orrori delle reazioni sui social, c’è chi arriva a parlare di sessismo e razzismo riguardo alle parole dette da Djokovic, collegandole anche alla reazione (pessima) avuta dal serbo sul campo dopo la sconfitta.
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