Cinque tornei vinti a livello Atp, cinque tornei sulla terra rossa, di cui ben quattro nel solo 2021 e di cui tre consecutivi (Bastad, Gstaad e Kitzbuhel). Posizione numero 12 del ranking Atp e numero otto della Race to Turin, cosa che gli consentirebbe, al momento, di partecipare alle Atp Finals nel capoluogo piemontese a fine anno. E’ l’anno della consacrazione per Caspet Ruud, il norvegese atipico, diventato grande all’ombra di Rafael Nadal e considerato a tutti gli effetti uno dei migliori giocatori del circuito sulla terra battuta.
Casper Ruud, nato il 22 dicembre 1998 ad Oslo, inizia a giocare a tennis all’età di soli quattro anni, accompagnato dal padre Christian, ex tennista professionista che in carriera riuscì a spingersi fino alla trentanovesima posizione della classifica mondiale. Da bambino, il norvegese pratica anche calcio, hockey su ghiaccio e soprattutto golf. Scelta la racchetta, gareggia per un periodo nel circuito ITF, in cui vince il torneo di Maiorca nel 2016. Poi passa ai Challenger. Il 10 settembre della stessa stagione, all’età di 17 anni e 8 mesi, conquista a Siviglia contro Daniel Taro il suo primo titolo in tale categoria. Da allora si impone sempre di più sulla scena del tennis mondiale, dimostrando una spiccata (e curiosa) predisposizione a giocare sulla terra rossa. Quindi, per questo motivo, all’età di 19 anni, comincia ad allenarsi all’accademia di Rafael Nadal a Maiorca. Qui, completa la sua formazione professionale, e lo fa alla grande. Dopo un buon 2017, contrassegnato da un buon exploit a Rio de Janeiro, inizia il 2018 ottenendo la prima vittoria in uno slam (Australian Open), e lo chiude a posizionandosi a ridosso della top-100 (112 posto). Nel 2019, sfonda questo muro affermandosi come numero 54 del ranking. In questa stagione, fa anche il suo esordio nell’atto finale di una manifestazione Atp. Ciò avviene a Houston, dove viene battuto da Garin.
Il 2020 è sicuramente l’anno della consacrazione per Casper Ruud. Il primo grande squillo è a Buenos Aires, dove batte Pablo Andújar, Roberto Carballés Baena e Dušan Lajović, senza perdere alcun set. In semifinale recupera un set di svantaggio a Juan Ignacio Londero, raggiungendo così la sua seconda finale in carriera. Quindi, surclassa Pedro Sousa e si aggiudica il suo primo titolo Atp.
Il secondo rombo è al Chile Open, dove da testa di serie numero due riceve un bye al primo turno. Dunque supera senza problemi Tabilo, Delbonis e Albert Ramos-Viñolas. Raggiunge così la seconda finale stagionale, dove viene sconfitto, tuttavia, da Thiago Seyboth Wild col punteggio di 5-7, 6-4, 3-6.
Dopo il lungo stop dovuto alla Pandemia, a Roma riesce a raggiungere la sua prima semifinale in un torneo 1000 battendo in ordine Karen Khačhanov, Lorenzo Sonego, Marin Čilić e Matteo Berrettini, per poi cedere al penultimo atto al numero uno del mondo Novak Djoković. Grazie a questo risultato migliora il suo best ranking entrando per la prima volta in top 30.
La settimana successiva partecipa all’Hamburg European Open raggiungendo la quarta semifinale della stagione, dove viene sconfitto da Andrej Rublëv in due set. Il 28 settembre sale alla posizione numero 25 della classifica, migliorando ancora il suo best ranking. Agli Open di Francia, dove è testa di serie numero ventotto, conferma il terzo turno dell’anno precedente.
Raggiunge gli ottavi agli Australian Open, i quarti ad Acapulco (dove si ritira senza scendere in campo), e le semifinali al Rolex Masters di Montecarlo. A Monaco, è stato sconfitto ancora in semifinale dal vincitore del torneo Basilashvili. Poi è arrivata un’altra semifinale in un 1000, a Madrid, sconfitto da Matteo Berrettini, la vittoria al 250 di Ginevra, il terzo turno al Roland Garros e sull’erba di Mallorca, l’eliminazione al primo turno a Wimbledon, prima del filotto Bastad-Gstaad-Kitzbuhel.
“Credo che si adatti al mio tennis meglio delle altre superfici. Sento di poter fare molto con il dritto e adottare rotazioni estreme. Mi sembra che questo stile funzioni meglio sulla terra che sul duro. Mi sembra che manchi un vero specialista della terra battuta tra le next gen. Quello specialista potrei essere io”.
Casper Ruud non è di certo un gigante (1,82 m), ma può contare ugualmente su un buon servizio. Il suo colpo migliore è il dritto, fondamentale con il quale cerca di costruirsi il punto e che gli consentirà sicuramente di ottenere ottimi risultati. Inoltre, il classe 1998 ha spesso mostrato una notevole propensione a mettere in scena repentine accelerazioni.
Nel gennaio 2016 diventa il numero 1 della classifica mondiale juniores.
Nel 2020 ha migliorato 6 volte il suo best ranking nonostante il congelamento della classifica per 22 settimane. È entratonella Top 50 a gennaio e nella Top 25 a settembre.
Vincendo il torneo di Buenos Aires nel 2020, è diventato il giocatore norvegese con la migliore classifica di sempre (superando suo padre e allenatore Christian).
Ha ottenuto le più grandi vittorie in carriera su Berrettini (in rotta verso l’ATP Masters 1000 Rome SF del 2020) e su Schwartzman (in viaggio verso il 2021 ATP Masters 1000 Monte Carlo SF).
Afferma di amare il golf tanto quanto il tennis e ha persino un account Instagram dedicato esclusivamente a lui e ai suoi amici che giocano a golf (@casper_golfer).
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