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Storie

La vera favola di Ashleigh Barty: i sogni, gli incubi e la rinascita di una predestinata

Da ragazza cresciuta nel Queensland, Ashleigh Barty aveva sempre sognato di poter giocare almeno un match sul prestigioso palcoscenico di Wimbledon, simbolo di gloria, eleganza ed antichità al tempo stesso. Ebbene sì, oggi possiamo dirlo: la realtà ha superato di gran lunga l’immaginazione.

L’australiana quel palcoscenico non solo l’ha calpestato ma lo ha anche dominato. A pochi giorni dal trionfo di Ash sul prato verde inglese, andiamo a ripercorrere alcune tappe del cammino della migliore giocatrice (al momento) del pianeta.

Ho fatto un viaggio incredibile. Ora ho la possibilità di vivere il mio sogno d’infanzia“, ha detto Barty dopo la vittoria a Wimbledon. Già, perché tutto ebbe inizio quando aveva solo quattro anni e convinse l’allenatore locale Jim Joyce a lasciarla partecipare a una sessione di coaching, anche se era più giovane di altre. Joyce le insegnò i fondamentali, fornendogli una base per il gioco che esprime oggi.

“Penso che una volta che inizi a giocare quando sei giovane, inizi a capire cosa c’è nel mondo del tennis, inizi ad avere il coraggio di sognare. Quando sei un bambino, le possibilità nella tua mente sono infinite. Pensi che man mano che avanzi fai più esperienza. Non è quasi solo un sogno irrealizzabile; è una specie di realtà. Potrebbe essere una realtà”.

Per Barty quel sogno cominciò ad essere realtà molto presto, dal momento che a soli quindici anni portò a casa il titolo juniores a Wimbledon. Poi all’improvviso assunse le sembianze di un incubo. Quando Ash si allontanò da questo sport a diciott’anni per giocare a cricket, infatti, il mondo del tennis rimase sbalordito. Nessuno sapeva che dietro quella decisione ci fosse l’oscurità: Barty soffriva di burnout e depressione ed era consapevole che avrebbe dovuto prendersi del tempo. L’obiettivo era ancora costruirsi una carriera all’altezza dei suoi sogni.

La pausa, durata poco più di un anno, farà miracoli. Lavorando con Craig Tyzzer, Ashleigh diventerà prima una delle giocatrici più forte del circuito, poi la più forte in assoluto.

“Penso che molte volte la tua più grande crescita provenga dai tuoi tempi più bui. Ho imparato così tanto con tutte le mie esperienze, il bene, il male…Penso che si tratta solo di andare là fuori e ricordare come ti sentivi da bambino”.

Grazie Ash, simbolo di umanità e fonte d’ispirazione. Continua a sognare e a farci sognare!

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Giuseppe Canetti

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