Trentasei anni, sedici titoli, di cui tre Slam. Tanti infortuni, svariati interventi, un calvario. Il viale del tramonto per Wawrinka si sta rivelando decisamente burrascoso. E dire che, prima degli ultimi guai fisici, Stan stava pian piano rientrando ad ottimi livelli, affermandosi prima al Challenger di Praga (in finale contro Karatsev) e poi sfoderando prestazioni incoraggianti in Atp. L’intoppo, però, era dietro l’angolo.
L’ultimo match giocato da Wawrinka risale allo scorso marzo nel torneo di Dubai, quando lo svizzero si è arreso al sudafricano Lloyd Harris in seguito a tre set tiratissimi, durati 2 ore e 40 minuti. Uno sforzo che, evidentemente, si è rivelato fatale.
Già, perché l’ex numero 3 del mondo, dopo quella sfida, è stato costretto a sottoporsi ad un’operazione chirurgica al piede sinistro che gli ha impedito di partecipare ai successivi appuntamenti, compreso il Roland Garros e la stagione sul verde. Ora, Stan è dovuto andare nuovamente sotto i ferri per cercare di risolvere definitivamente il problema. Seguiranno un ulteriore stop, la riabilitazione, gli allenamenti e poi bisognerà vedere come il corpo reagirà.
“Non dove volevo essere”, afferma Wawrinka in una storia Instagram che lo ritrae, comunque sorridente, in un letto di ospedale.
L’elvetico è ormai ai titoli di coda di una carriera fatta di memorabili trionfi e molte sofferenze, rese meno amare dal dolce della vittoria, dal salato del sudore e da una mentalità fuori dal comune. Ma quanto riuscirà ad incidere la “Stan Motivation” affinché l’epilogo possa essere all’altezza del personaggio?
L’obiettivo è quello del rientro al top della forma nella prossima edizione degli Us Open, che si terrà dal 30 agosto al 12 settembre. Il cemento di New York è dove Wawrinka, nel 2016, conquistò il suo terzo ed ultimo Major, battendo Verdasco, Giannessi, Evans, Marchenko, Del Potro, Nishikori e Djokovic. Chissà che anche i ricordi non possano contribuire ad una pronta e, soprattutto, completa guarigione.
Ad ogni modo, per rispondere alla domanda riguardo il futuro, ci rifacciamo ad un altro messaggio postato dal tennista di Losanna circa un anno fa di questi tempi: “It’s never too late”, come a scacciare via di rovescio quelle ombre e quelle paure che troppo spesso lo hanno tormentato durante il suo percorso professionistico. Detto fatto, Wawrinka è ancora qui, a sperare nel recupero e nell’ultimo grande lampo della sua vita tennistica. D’altronde Stanimal è pur sempre “il primo tra gli essere umani di questo sport”.
Non è mai troppo tardi, in effetti, basta crederci, come solo lui sa fare.
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