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Una riflessione sulle reali possibilità di Roger Federer a Wimbledon

Che Roger Federer abbia affrontato due operazioni al ginocchio e un percorso di recupero lungo oltre un anno quasi esclusivamente per giocarsi tutte le sue chance a Wimbledon, e provare a centrare l’ultima delle grandi imprese della sua carriera, è ormai cosa nota.

E che impresa sarebbe. Probabilmente una delle più grandi a livello sportivo, non solo tennistico. A quasi quarant’anni, con le ginocchia tenute insieme con la colla, con di mezzo una pandemia e una riabilitazione difficilissima, Federer scriverebbe definitivamente e indelebilmente il suo nome nella leggenda dello sport, se ancora ve ne fosse bisogno. Per questo c’è un’attesa spasmodica da parte dei milioni di fan del Maestro svizzero.

Vincere a Wimbledon sarebbe un’impresa leggendaria

Ma quali sono le reali possibilità per Federer di vincere il suo ventunesimo Slam? Difficile dare una risposta precisa, difficile fare previsioni. Otto partite – quelle disputate da Roger dal rientro a Doha fino ad oggi – non sono sicuramente sufficienti e le variabili che entreranno in gioco all’All England Tennis Club sono per definizione imprevedibili.

Però va detto che, se dopo le tre vittorie al Roland Garros – prima del ritiro pre-match contro Berrettini per preservare il fisico proprio in vista di Wimbledon – l’opinione preponderante era quella di un Federer in crescita proprio in ottica della stagione sull’erba, la bruciante sconfitta ad Halle contro Felix Auger-Aliassime impone certamente un supplemento di riflessione.

Roger ha perso nel giardino di casa, in quella Halle di cui è stato re per ben dieci volte. E la sconfitta, così come la vittoria molto timida contro il modesto Ivashka al primo turno, ha messo in mostra tutti i limiti fisici che per forza di cose condizionano le prestazioni dello svizzero.

Dall’ultimo trionfo a oggi, lo scenario del circuito è molto cambiato

Federer ha vinto la sua ultima edizione a Wimbledon nel 2017, in finale contro Marin Cilic. C’è andato vicinissimo nel 2019, con quella clamorosa finale persa al quinto contro Novak Djokovic dopo aver gettato alle ortiche due match point sul suo servizio. Ebbene, dal 2017 ad oggi lo scenario generale del circuito è molto cambiato. Se quattro anni fa, oltre ai Big Three, i contender erano quelli della generazione appena successiva (i vari Dimitrov, Nishikori, Raonic, appunto Cilic), oggi lo scenario è completamente cambiato.

Nuovi protagonisti si sono affacciati sulla scena mondiale, con ruoli sempre più importanti. Parliamo ovviamente dei vari Medvedev, Tsitsipas, Zverev, Shapovalov, Auger-Aliassime, fino ad arrivare ai nostri Berrettini, Sinner e Musetti. La concorrenza, insomma, è aumentata ed è sempre più agguerrita.

Le chiavi tecniche fondamentali per Federer

Da un punto di vista strettamente tecnico, è chiaro che le performance di Federer a Wimbledon saranno condizionate prevalentemente da tre elementi fondamentali del suo gioco. Il primo è l’efficacia del servizio. Sappiamo benissimo che il servizio di Roger, benché non sia il più potente, è sempre stato tra i migliori del circuito, se non il migliore in assoluto. Decisiva sarà la percentuale di prime messe in campo e la percentuale di punti guadagnati con la seconda (a livello statistico siamo oltre il 60% per lo svizzero).

Altro fondamentale che risulterà decisivo – conseguente al servizio – è il gioco a rete, altra caratteristica in cui Federer ha sempre eccelso. Terzo fondamentale asset sarà l’efficacia della risposta. Tutto questo perché l’obiettivo dell’ex numero uno del mondo sarà inevitabilmente quello di accorciare il più possibile gli scambi. In questo senso influirà sulla strategia anche la reale velocità dei campi di Wimbledon. Più i campi saranno veloci, più le chance di Roger cresceranno.

Vale comunque la pena provarci

In definitiva, sulla carta, al momento, le possibilità che lo svizzero riesca nella storica impresa sono abbastanza basse. E’ molto probabile che lo si vedrà nella seconda settimana, che quindi possa centrare gli ottavi o addirittura i quarti. Ma già vederlo in semifinale, oggi come oggi, sarebbe un mezzo miracolo. Ovviamente scriviamo tutto questo con la consapevolezza (finanche la speranza) di poter essere smentiti. E comunque andrà per lui, sarà valsa la pena provarci.

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Stefano Cagelli

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